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Calcio

Protocollo per competizioni di interesse nazionale del calcio dilettantistico, divieto di abbracci e altri comportamenti…

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ORBETELLO – Il 23 Marzo scorso, la FGIC ha pubblicato il protocollo per riprendere le competizioni nazionali del calcio dilettantistico, in pratica il torneo di Eccellenza maschile e femminile di calcio a 11 e calcio a 5.
Non nascondo che mi sono trovato imbarazzato ne leggere alcune delle regole che sono state definite “ cardini della prevenzione”.
Vada per il distanziamento di due metri nel corso di riunioni all’aperto e di limitazioni quando queste sono effettuate al chiuso, evitando l’uso degli spogliatoi.
Vada per tutti quei protocolli di sicurezza che oramai sono entrati a far parte del nostro costume , della nostra normalità come la misurazione della temperatura, mascherina, distanza.
Ma vi è una norma inserita in questo protocollo che mi fa sorridere, per usare un eufemismo, “il divieto di abbracci e altri comportamenti a rischio durante le attività , si dice, quali cantare, gridare e avvicinarsi faccia a faccia tra calciatori, tecnici, dirigenti in occasione di gare e di allenamenti”.

La domanda sorge spontanea, ma questi che hanno fatto queste regole , hanno mai giocato pallone? Hanno mai vissuto lo spogliatoio, la partita. Immaginate il difensore che sta lontano dall’attaccante in area di rigore, lo cura a zona e distanziato. I
l portiere che non guida la difesa urlando, e se può andare il non cantare, pensate se un giocatore dopo il gol strozza in gola l’urlo di gioia e non corre ad abbracciare i compagni. Come molte altre dinamiche di gioco di cui non sto a soffermarmi che sono in antitesi con quanto richiesto dal protocollo. Non fattibili. Tutti gesti istintivi, che sarebbero proibiti anche tra i professionisti, e che, come vediamo, vengono sistematicamente aggirati. Non lo dico con accezione negativa , perché nel calcio , come nello sport , ci sono dei momenti che sono incontrollabili, situazioni che non si possono programmare a tavolino. Gesti istintivi. Tra gli altri divieti, spiccano squello di vietare attività sociali di gruppo che comportino la presenza di più componenti il gruppo squadra, e se queste hanno una logica , così come sono plausibili il dover usare mezzi di locomozione individuali per i giocatori, la regola assolutamente fuori luogo ed impossibile a nostro avviso da seguire rappresenta l’interdizione di ogni attività sociale al di fuori della squadra effettuata senza rispetto delle precauzioni generali suddette, nell’ambito del lavoro, scuola, familiari, rispetto a rapporti con non conviventi, conoscenti. Situazioni che possono rappresentare un concreto pericolo di contagio da parte dei singoli componenti il gruppo squadra ad esempio, cene tra atleti e amici, feste , conferenze, riunioni di qualsiasi tipo.

Mi chiedo , ma questo in Eccellenza? In pratica o i giocatori vengono pagati come professionisti, vivono , in questo periodo di campionato, sotto una cappa di vetro, di fatto come avviene tra la serie A e la serie C o diversamente ci stiamo prendendo in giro. Ci stanno prendendo in giro. Perché nel campionato di Eccellenza , alzino la mano quelle società e calciatori che potranno permettersi questo, che non devono andare al lavoro in quanto il rimborso spese gli basta e avanza per andare avanti. Non usciranno con amici, non andranno da parenti, niente fidanzate, niente relazioni sociali, quantomeno tra il venerdì e la domenica , perché saranno tutti in ritiro, tutti in bolla, in attesa della partita. Io non ci credo . Così si rasenta il ridicolo. Il campionato di Eccellenza a nostro avviso non doveva ripartire, e questo protocollo e lì pronto a dimostrare che di fatto è tutta una farsa. Con la speranza che , ad un certo punto, non ci siano contagiati, perché nel caso oltre alla farsa ci sarebbe il danno e la beffa.

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Valgono le risate? 🙈🙈🙈

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