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Calcio

Raffaele Izzo: “Vogliamo essere rispettati e considerati dagli organi di giustizia sportiva”

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ORBETELLO – “Non siamo figli di un Dio minore , vogliamo essere rispettati e considerati dagli organi di giustizia sportiva“.
Questo in sintesi, lo sfogo amaro del presidente dell’Orbetello Scalo, Raffaele Izzo che aggiunge, “credo di parlare a nome di tutte le società che militano nella terza categoria grossetana, che mai come in questa stagione sta dimostrando qualità e professionalità anche nel modo di concepire e gestire società calcistiche. Purtroppo ci accorgiamo come il livello della categoria arbitrale non è certo al top . Vengono disattese o addirittura non si conoscono i regolamenti. Senza il rispetto delle regole, la loro applicazione rischiamo però di gettare tutto alle ortiche, soprattutto se poi nessuno da risposta alle nostre istanze quando chiediamo spiegazioni in merito a quello che accade. Abbiamo rispetto di tutte le componenti che fanno capo al calcio, questo , però,deve essere reciproco” dice con fermezza Izzo “.

La madre di questa polemica scaturisce da quanto accaduto nella gara del 12 dicembre scorso, scorso tra Real Castiglione e Orbetello Scalo, squadra presieduta da Izzo.
La partita è finita con la vittoria della compagine lagunare per 0-2, ma un episodio non è andato giù alla dirigenza orbetellana.
All’inizio della ripresa, secondo la ricostruzione del presidente Izzo, un giocatore della squadra di casa( Real Castiglione) avvicinava il direttore di gara al quale, in maniera palese, indicava che un giocatore lagunare fosse sprovvisto di parastinchi.
Il direttore di gara invitava a questo punto il giocatore, che se li era tolti qualche secondo prima a seguito di un infortunio, a rimetterli. Nel contempo sempre alcuni giocatori del Real Castiglione chiedevano a gran voce l’ammonizione dello stesso giocatore orbetellano che era stato già ammonito e con una secondo cartellino giallo avrebbe dovuto essere espulso. Cosi è stato.
Un modus operandi che non è sfuggito al presidente dell’Orbetello Scalo, che ha creato perplessità perchè : “le regole in questi frangenti– spiega il numero uno lagunare-  parlano chiaro e stridono con la decisione presa dal direttore di gara. Nello specifico non ci sono tante chiacchiere, afferma Izzo, le regole parlano chiaro e l’arbitro le ha disattese, prendendo un provvedimento illegittimo“.

La società orbetellana decide allora di rivolgersi alla giustizia sportiva, prende carta, penna e in data 13 Dicembre ricorre al giudice sportivo spiegando l’accaduto , le dinamiche nei particolari. Mercoledì la doccia fredda, che spiega Izzo “Ha il sapore di beffa e che acuisce la rabbia della nostra società, alla nostra istanza nessuna risposta, nulla di nulla. Noi– continua il presidente – speravamo quanto meno in una risposta del giudice. E invece bollettino alla mano , vediamo il nostro ricorso non preso in alcuna considerazione, cosa che ci mortifica. Non fa bene al calcio, – dice- e al movimento dilettantistico, al campionato di terza categoria avere degli atteggiamenti di questo tipo. Noi abbiamo fatto un ricorso – afferma il presidente – su un interpretazione di gioco, ma su un fatto specifico, una regola chiara che è stata disattesa. Alcune regole – chiude- non possono essere interpretate, vanno applicate e basta. Avevamo richiesto al giudice sportivo di farsene carico e ravvisare l errore del direttore di gara. Invece nulla diamo stati snobbati e questo ci fa ancora più male . A nostro avviso c’e stato un chiaro errore del direttore di gara , un errore che di fatto ci danneggia per il futuro e poteva costarci caro già in quell’occasione con l’espulsione del nostro giocatore . Meritiamo rispetto– chiude Raffaele Izzo, quanto meno che alle nostre istanze si risponda. I giocatori, allenatori,l e società, specie in terza categoria , fanno sacrifici. C’è difficolta nel reperire giocattori, nell’allestire delle rose competitive. Senza il rispetto delle regole, il nostro calcio perde credibilità e con questo tutto il sistema. Questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Si può sbagliare, tutti possono errare, ma su un evidente errore tecnico non si può fare finta di niente. Ripeto, ne va della credibilità di tutto il sistema calcio.”

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