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Calcio

Intervista all’ex presidente del Montiano Alessandro Cipriani: “Dodici anni di gioie e dolori. Ora sono pronto ad altre sfide”

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Allora, il cerchio si è chiuso. Per alcuni è stato come un fulmine a ciel sereno il suo addio al Montiano. Da dove nasce questa scelta?
“Per molti è stato un fulmine a ciel sereno ma la mia scelta è dettata da un lungo periodo di riflessione. Anche se ho comunicato alla società e alla squadra la mia decisione solamente dopo la fine della stagione, io avevo tratto le mie conclusioni già da qualche mese, ma non volevo che questo turbasse i ragazzi durante i playout. Montiano è casa mia e lo sarà sempre nel mio cuore, ma le cose belle, purtroppo, hanno anche una fine. Gestire una società è un impegno, ci vuole passione e soprattutto tempo libero a disposizione. In questo periodo i miei impegni lavorativi sono aumentati e questo non permette più che io possa dedicarmi al “mio” Montiano. Da qui la mia scelta di lasciare”.
Lei ha rifondato il Montiano dopo la parentesi Cupi. Una scommessa vinta quella di riprendere in mano la società biancoblù.
Si, precisamente. Dopo i tre anni di Cupi venne proposto al nostro consiglio direttivo di “rifondare” il Montiano. Non potevo rifiutare, è la società dove sono cresciuto e non la volevo veder sparire. Quindi, insieme ai miei collaboratori, decidemmo nel 2009 di proporre il “nostro calcio” nel Montiano: la scommessa è stata vincente. Non tanto per i risultati sportivi ma per il livello di organizzazione e mentalità che negli anni abbiamo ottenuto. Un calcio fatto di amici veri, di passione, di valori umani, di lealtà, di sincerità e comunque sempre con le giuste ambizioni. Giochiamo nelle ultime categorie Figc. Io credo che non conti giocare su campi di prima Seconda o Terza, l’importante è come lo facciamo e con chi: la passione per questo sport viene prima di tutto. Si, posso dire di averla vinta alla grande questa scommessa”.
Lei era presidente e allenatore. Lascia la società, ma resta il fatto che può sempre allenare da altre parti, o sbaglio?
“Come ho detto nella precedente domanda ho lasciato per il troppo impegno, ma mi piacerebbe continuare la “carriera” da allenatore. Dopo 6 anni sarei curioso di mettermi alla guida di un nuovo gruppo. Da allenatore, al Montiano, ho dato tanto ma ho anche ricevuto tanto. Ho fatto molta esperienza e ottenuto diversi risultati positivi. Ho vinto un campionato, un playoff, una coppa e quest’anno, finalmente, una sofferta ma tanto desiderata salvezza in Seconda categoria. Adesso sono pronto a valutare le nuove ed eventuali possibilità che mi si presenteranno”. 
In questi 12 anni di Montiano quale è stata la gioia che ricorda maggiormente? E il momento più buio?
Tante gioie tanti dolori, ed è stato fantastico. Se devo indicare momenti precisi, il momento più buio e triste della mia presidenza è stato sicuramente la perdita del nostro grande amico e dirigente Mirco Butelli. Episodio che va oltre il calcio e che ha segnato tutti per sempre. Il momento più bello invece, anche se sembrerà strano, è quello che sto vivendo adesso e non perché ho lasciato, ma per tutti gli attestati di stima e i riconoscimenti che sto ricevendo ogni giorno, sia da parte dei miei giocatori di oggi e di ieri, sia da tutto l’ambiente calcistico grossetano. Colgo l’occasione per ringraziare ancora tutti”.
Il giocatore più forte che ha avuto? E l’avversario più forte affrontato?
“Difficile sceglierne uno, in questi 12 anni tanti validi giocatori sono passati per Montiano, lasciando ottimi ricordi. Comunque, se proprio devo, senza togliere niente ad altri, direi che Flavio Montefusco è il giocatore più forte che io abbia mai allenato. Mentre invece, l’avversario più forte affrontato, probabilmente, è stato Riccardo Coralli”.

L’allenatore a cui si è ispirato?
“Un nome su tutti: Riccardo Papini. Di gran lunga il miglior allenatore che abbia avuto. Papini è quello che ha cambiato il mio modo di vedere questo gioco. Grazie a lui ho intrapreso il percorso che mi ha portato a diventare Allenatore Uefa B e a credere in un calcio più evoluto di quello che spesso siamo abituati a vedere nei campi della nostra provincia”
Che consigli si sente di dare alla nuova dirigenza?
“Di continuare il percorso iniziato insieme, seguendo e rispettando gli stessi principi con i quali tutto ebbe inizio. Auguro loro il meglio, promettendo di sostenerli sempre sapendo di lasciare in ottime mani. Perrone e Brezzi sono due persone meravigliose, ragazzi competenti e preparati che sapranno imbastire una squadra, sicuramente all’altezza della categoria, fatta di giocatori che meriteranno di vestire e onorare la maglia del grande Montiano. Un saluto e un ringraziamento a tutta la redazione di Grossetosport che ha sempre collaborato e dato vita alla nostra piccola grande famiglia”.
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