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Prima Categoria

Nic Brezzi appende le scarpette al chiodo dopo una “vita” a Montiano. “Emozioni uniche”

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Dai 16 anni della Juniores ai 36 dell’ultima gara in categoria: Nicola Brezzi, dopo 20 anni con i colori del Montiano addosso (esclusa una breve parentesi a Batignano) ha deciso di dire basta. Brezzi chiude la sua carriera da giocatore, tra Juniores (dove arrivò alla corte di Coralli), prima squadra in Terza e Seconda categoria. Venti anni tra vittorie, successi, trofei, gravi infortuni ed un grande passione. Adesso per lui si apre a 360 gradi (anche se già da alcuni anni lo svolgeva) il ruolo di direttore sportivo del Montiano. Per lui domenica contro la Neania è arrivato il “toccante” addio al rettangolo di gioco, sostituito a gara in corso dall’amico di mille battaglie Giulio Piccini (altra bandiera montianese).

Allora Nicola, è arrivato il momento di smettere. Come mai?

“Ieri è stata una giornata emozionante. Ma era oramai da tempo, da alcuni mesi, che torno indietro nel tempo per ricordare gli anni di Montiano. Il pensiero di smettere non è mai facile per chi ha passione, però nel mio caso non smetto perché non ho più stimoli, ma smetto perché il doppio ruolo di giocatore-ds non era più fattibile. Per come voglio fare calcio non posso avere questo doppio ruolo. Perché non farei bene né l’uno né l’altro”.

Raccontaci le emozioni della tua ultima volta con la maglia numero 4 del Montiano.

“E’ stata una giornata allucinante. A partire dall’ultimo allenamento di venerdì, e domenica è stato bello dal pranzo con la squadra fino a quando ho indossato la maglia, a quando mi sono scaldato. L’emozione più grossa è stata quando c’è stato il cambio, quando ho visto il numero 4 è stata veramente dura. Poi è proseguito tutto con un rinfresco con compagni, familiari, amici, persone di Montiano. C’erano tutti. Mi hanno fatto un video celebrativo dove ognuno raccontava qualcosa di me. Bellissimo”

La vittoria più bella di questi anni?

“Preferisco non parlare di vittorie. Le cose più importanti sono state le sconfitte. Da quelle abbiamo analizzato il tutto. Ci siamo sempre rialzati e ricompattati. Le vittorie sono solo una conseguenza di averci sempre creduto. Le vittorie sono state tutte belle e differenti l’una dall’altra”.

I momenti più duri?

“Sicuramente gli infortuni. Tre di fila senza interruzione. Tremendi. Per me è stato veramente difficile. Ieri uscire dal campo con le mie gambe è sempre stato quello che volevo. Ci tengo a ringraziare tutti i compagni, allenatori, dirigenti, arbitri, avversari, persone di Montiano”.

E ora?

“Mi dedicherà solo alla direzione sportiva cercando di dare il giusto contributo anche in quel ruolo”.

 

 

 

 

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