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Calcio

Coppa Passalacqua: “Questi siamo noi. Peccato per brutti episodi che hanno sporcato qualche pagina del racconto”

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di Giancarlo Mallarini

Spenti i riflettori, sistemati corredi e spogliatoi, chiusi i cancelli, posati i microfoni. Il silenzio prende il sopravvento dopo la 44esima coppa Passalacqua insieme alla naturale nostalgia che sempre avvolge la fine degli eventi. E il Passalacqua è l’evento per eccellenza per il nostro mondo calcistico, il vertice di ogni stagione, il passaggio voluto da tutti i giovani, il maxischermo dove proiettare i sogni, scaldare fantasie, lucidare la realtà. Così è per i tecnici, i dirigenti, gli arbitri e assistenti, designatori. E giornalisti.

Il Passalacqua è di tutti, nessuno escluso ma va cullato, coccolato in tutte le sue forme, tutti i suoi aspetti. I brutti episodi accaduti sul campo, e fuori, in questa edizione hanno sporcato qualche pagina del racconto. Peccato. Gesti gratuiti, senza giustificazioni concrete, gesti da cancellare. Ognuno ha un ruolo, è un tassello della costruzione, una vite che regge la trave. Quello che è assente si chiama rispetto. Verso gli altri, verso lo sport, verso se stessi. Quest’ultimo punto è basilare, la chiave di apertura della porta chiamata futuro. Un voto, un commento, una parola, perfino uno sguardo, una espressione non devono essere considerati una offesa personale, l’onta da cui difendersi platealmente, un guanto di sfida, una stilettata dolorosa. Se non si capisce il senso della critica non si avanza, se diventa un fatto personale si tocca il fondo del barile. Nel suo modo di essere il Passalacqua si sforza di seminare positività, altruismo e rispetto. Non riuscirci in pieno è motivo di rimpianto pur nella consapevolezza che molto è stato fatto bene. Se non basta dobbiamo aumentare l’impegno, moltiplicare gli sforzi affinché nulla vada perduto, seminare meglio. La sera della finale in campo c’era un uomo chiamato Alfio Giomi, maremmano doc, ambasciatore nel mondo della nostra terra. Questo è stato il segnale più forte, più rumoroso del Passalacqua 2018. Intuire i significati di questa presenza può aiutare tutti ad essere meno egoisti. Personalmente ringrazio tutti i colleghi, che mi hanno accompagnato con impegno, che si sono bagnati sotto la pioggia e il freddo. Tutte le testate giornalistiche, on line e carta, sempre pronte a dare visibilità all’evento, tutti i fotografi bravissimi a cogliere l’attimo. Un grazie particolare a Gs radio, alla voce di Roberto Balestracci che ha portato il Passalacqua fuori dalla Maremma raccogliendo qualcosa come 10800 ascolti in totale. Grazie a Francesco Luzzetti, babbo della coppa, a tutta la squadra capace di superare ogni difficoltà, ogni contrarietà, ogni parola fuori posto con assoluta maturità. Infine un grazie alla nostra terra e a tutti quelli che la vorrebbero migliore.

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