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Calcio

Calcio giovanile: che futuro ci aspetta?

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Grosseto – Ho preso spunto da alcuni concetti espressi dal noto professore Raffaele Di Pasquale, per una breve riflessione che deve servire da stimolo, a mio modo di vedere, per gli addetti ai lavori per fare meglio.
Negli ultimi anni il calcio sta attraversando una crisi a livello giovanile e un calo a d’interesse dovuti a varie cause che ho avuto modo di approfondire.
Le cause principali del calo d’interesse e di partecipazione risultano essere le seguenti:
1) uniformità degli allenamenti, ossia tipologie di esercizi monotone, che allontanano i giovani atleti dall’autenticità del gioco.
2) Mancanza di spazi spontanei: i famosi campetti dell’oratorio o anche più semplicemente le strade, le piazze e i giardini che davano spazio alla creatività e di conseguenza a un calcio libero.
3) Pressione degli adulti: genitori e allenatori che a volte fanno percepire lo sport come dovere e non come piacere, portando alla perdita d’interesse.
Ovviamente, queste sono solo le cause principali, ma se ne potrebbero citare altre come, ad esempio, l’eccessiva competitività nel gioco dove il risultato prevale sull’aspetto ludico.
La soluzione principale potrebbe essere la valorizzazione del gioco autentico attraverso partite e situazioni di gioco che mirino a stimolare la creatività e il divertimento.
Infatti, troppe volte l’estro e l’inventiva di un bambino sono intrappolate dentro schemi, mentre è giusto lasciare spazio alla creatività, proprio come fanno gli artisti, perché in fondo il calcio è anche arte.

Oltre a ridurre l’enfasi sul risultato e a concentrarsi invece sulla crescita collettiva, un’altra idea potrebbe essere quella di creare degli spazi spontanei nelle città, dove si possa giocare ed esprimersi in completa libertà.
Un’ulteriore soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere i genitori per un approccio più sereno, dove il sostegno prevalga sulla pressione.
Questo perché troppe volte
i piccoli sono caricati di responsabilità che fanno fatica a reggere vista la loro giovanissima età.
Il calcio deve essere sicuramente un divertimento, correlato al giusto insegnamento con le corrette e dovute metodologie che si rinnovano e innovano stagione dopo stagione.

In conclusione, il futuro del calcio non dipende dalle strutture o dai campioni che lo rappresentano, ma dalla capacità di renderlo nuovamente un’esperienza significativa per i bambini.
Un ringraziamento va al professore Raffaele Di Pasquale, da cui ho ripreso vari concetti che mi hanno trovato concorde e che spero possano far riflettere tante persone che ruotano intorno al mondo del calcio.

 

 

Copyright © 2021 GrossetoSport Testata giornalistica iscritta al tribunale di Grosseto 8/2011 Direttore responsabile: Fabio Lombardi

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