«Il primo messaggio che ho voluto far passare ai ragazzi – spiega il tecnico Seno – è che l’essere umano è un’entità estremamente complessa. Una complessità intesa come massima espressione del nostro cervello: una macchina che anticipa, valuta possibilità, e spesso, predice il futuro. Una delle macchine più evolute al mondo che molte volte non viene usata perché siamo schiavi del conformismo e cediamo all’opinione delle masse. Dobbiamo lottare contro l’omologazione perché dobbiamo riappropriarci del nostro sentire critico. Trasferiamo questa complessità nel calcio, che è il gioco più complesso al mondo perché l’incertezza e le probabilità ne sono la massima espressione, dovute allo spazio, al numero dei contendenti e alle interazioni tra loro che diventano infinite e sconosciute a priori. Ha poche regole ma semplici che danno l’opportunità al soggetto di esprimersi nella massima libertà rispetto ad altri sport. Oltre all’abilità di riuscire a fare delle cose solo con i piedi che rendono ancora più avvincente la natura di un gioco dove l’essere umano può far funzionare costantemente e appieno la propria “macchina”».
Il tecnico del Roselle, purtroppo, a fine gara non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
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