C’è speranza per l’umanità? Questa è la domanda cui Angela Casagrande cerca di rispondere nella sua prima mostra dopo la pandemia.
La risposta è un viaggio abbagliante nella contemporaneità, dove i colori vivaci non sono necessariamente la rappresentazione del bene ma, più appropriatamente, una potente arma di distrazione di massa.
Tutto ciò è chiaro dal primo dipinto, Trasparenze. Qui una foglia viene sezionata anatomicamente per mostrare il backstage della natura. Quello che sembra un semplice esercizio di disegno, è la denuncia di quanto sia fragile la vita e quanto siano precarie le connessioni che rendono possibile la nostra esistenza.
Il dipinto successivo, Plastica, è lì per mostrare una delle minacce alla nostra vita che è la plastica. Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono nel mare minacciandone la vita . Noi amiamo le materie plastiche con i loro colori brillanti, ma tutto questo ha conseguenze.
Tra queste, un pianeta crocifisso (in Nuova crocifissione). Qui la nostra biglia blu si trova all’interno di una scena che ricorda un’opera di Scuola Senese; il pianeta è crocifisso a una croce fatta di bottiglie di plastica è issata su un Golgotha di sacchetti della spazzatura.
Eppure, Madre Natura è lì con la sua maestà, circolare e dorata.
La natura è lì, immutabile e bella. Eppure, è messa in pericolo da un genere umano concentrato sulla sua vanità (Vanitas), resa ancora più inutile dalla morte, qui allegoricamente rappresentata in Fine Corsa.
C’è speranza, allora? Forse.
L’umanità può redimersi cambiando prospettiva e iniziare facendo Pensieri positivi concentrati sull’amore e dedicandosi ad atti, non casuali, di rispetto e comprensione. Questo è il motivo del Messaggio in bottiglia che cerca di dare colore a un mare metaforico, nella speranza che l’umanità sia redenta.
Il dipinto successivo, Plastica, è lì per mostrare una delle minacce alla nostra vita che è la plastica. Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono nel mare minacciandone la vita . Noi amiamo le materie plastiche con i loro colori brillanti, ma tutto questo ha conseguenze.
Tra queste, un pianeta crocifisso (in Nuova crocifissione). Qui la nostra biglia blu si trova all’interno di una scena che ricorda un’opera di Scuola Senese; il pianeta è crocifisso a una croce fatta di bottiglie di plastica è issata su un Golgotha di sacchetti della spazzatura.
Eppure, Madre Natura è lì con la sua maestà, circolare e dorata.
La natura è lì, immutabile e bella. Eppure, è messa in pericolo da un genere umano concentrato sulla sua vanità (Vanitas), resa ancora più inutile dalla morte, qui allegoricamente rappresentata in Fine Corsa.
C’è speranza, allora? Forse.
L’umanità può redimersi cambiando prospettiva e iniziare facendo Pensieri positivi concentrati sull’amore e dedicandosi ad atti, non casuali, di rispetto e comprensione. Questo è il motivo del Messaggio in bottiglia che cerca di dare colore a un mare metaforico, nella speranza che l’umanità sia redenta.
IMPORTANTE! Gli ingressi nello spazio espositivo saranno regolati
secondo le linee-guida ministeriali per l’emergenza COVID-19