Grosseto – Come ben tutti sappiamo la pandemia del Covid-19, ha portato la sospensione del calcio dilettantistico che ha colpito anche le scuole calcio ed il settore giovanile.
A dir la verità i giovani calciatori possono allenarsi, seppur in maniera individuale (quindi senza disputare partitelle) e non possono fare la doccia presso l’impianto sportivo.
Abbiamo cercato di prendere tre figure importanti per un giovane per capire come vive il suo momento.
Abbiamo chiesto come si vive questo momento e come lo affronta il ragazzo, ad un allenatore ad uno psicologo ed ad un genitore per vedere i diversi punti di vista.
Walter Trentini è uno dei tecnici di spicco del settore giovanile dell’Us Grosseto e quello che ci racconta rappresenta in toto il momento ed il suo stato d’animo.
“La situazione è davvero difficile piu si va avanti e peggio. Noi abbiamo la fortuna di poterci allenare anche se non c’è contatto fisico. Questo possiamo dircelo che non è calcio. La partita è alla base del mondo del calcio, ad oggi svolgiamo solo esercitazioni negli allenamenti. Ci mettiamo tanta fantasia per far divertire i ragazzi che così possono andare via contenti, ma ci chiedono sempre mister la partita quando la rifacciamo ? Purtroppo si andrà avanti così per un bel pò. Non abbiamo perso solo un anno, ma ad un età ancora più bassa se ne perdono anche tre”
Morena Corridori, genitore di un calciatore, Alessio, che gioca nelle giovanili dell’US Grosseto ai nostri microfoni commenta così il momento.
“Sono contenta vedere mio figlio che va a fare gli allenamenti e anche lui lo è perchè ha una grandissima passione. Purtroppo è dispiaciuto che non può fare la partita, ma a 16 anni capisce il momento anche se non approva totalmente”
Infine, Ilaria Zambrini, psicologa (collabora da quest’anno con l’Us Grosseto 1912) che conosce molto bene il mondo dello sport e del calcio giovanile ci rappresenta un quadro ben delineato.
“Sicuramente all’inizio questa novità ha generato un malcontento generale: noia, rabbia e frustrazione sono state solo alcune delle emozioni provate dai bambini. Perché si sa, la partita di fine allenamento viene attesa con molta euforia; è il momento più divertente che tutti aspettano e che gratifica degli sforzi fatti. Dobbiamo comunque tenere conto delle grandi capacità che hanno i nostri bambini: resilienza, responsabilità, spirito di adattamento sono ciò che li ha contraddistinti durante questo periodo. Per loro è fondamentale vedersi, ridere, divertirsi e giocare con i propri compagni anche se non possono stare vicini. Ho visto io stessa in questi giorni arrivare bambini al campo con gli occhi colmi di felicità, impegnarsi e divertirsi nonostante le varie restrizioni. Credo che tutti noi dovremmo prendere come esempi questi piccoli campioni.”