“Anni fa ho visto a Londra il musical “Jersey Boys” che racconta la nascita e il successo del gruppo pop americano degli anni Sessanta The Four Seasons – spiega Alessandro Baglioni – e sono rimasto letteralmente affascinato dalla storia di que-sto gruppo pop americano degli anni sessanta che dalle strade malavitose di Jersey City raggiunse un notevole successo. Una storia caratterizzata da un forte legame di amicizia e un grandissimo senso di fratellanza. Tornato in Ita-lia mi misi alla ricerca di tutto quello che parlava di loro, dai dischi ai film, dal-le foto ai racconti e fu proprio questo mix di curiosità, ammirazione e stupore che mi spinse a creare qualcosa ispirato a quel gruppo e quegli anni.” Chiamai Alberto Giorni, amico di vecchia data col quale avevo condiviso tante esperienze musicali, e illustrai la mia idea. Passammo giorni a fantasticare e ascoltare dischi fin quando, esattamente come i protagonisti del film The Committments, ci ritrovammo in giro per la città a cercare sognatori visionari come noi con i quali condividere e intraprendere la nostra idea grandiosa: portare il nostro sogno su un grande palco. Trovammo cinque persone con le quali ci accomunava il fatto di essere dei “musicoamatori appassionati e sen-za scopo di lucro”: ognuno di noi fa altro nella vita ma quello che ci lega è la passione per la musica, anche se ci piace presentarci ed esibirci nella manie-ra più professionale possibile. Però non avevamo ben chiaro fin dall’inizio cosa sarebbe nato in seguito”. Dopo un anno di prove il risultato non è anco-ra del tutto soddisfacente, avevamo una decina di brani messi su. Erano po-chi e soprattutto non avevamo la più pallida idea di cosa farci per non rischia-re di finire a fare la solita cover band. Mancava il senso a tutto quello che stavamo facendo e, come spesso succede in queste cose, se non si arriva mai a concludere alla fine il fuoco si spenge. “Il filo conduttore dello spettaco-lo – dice Baglioni – venne quando, frugando in un cassetto ritrovai dei raccon-ti che avevo scritto a quattro mani con Vanessa Bellan e dedicati alle gesta di Ed Paprika, affascinante e misterioso uomo di mezza età del quale nessuno conosce la vera professione. Intorno a lui ruotano altri personaggi che ab-biamo riadattato per avere un alter ego per ogni musicista dell’orchestra. Nel-lo spettacolo che si chiama “Oh What a Night! The Show” raccontiamo chi erano e cosa facevano i membri della band prima di diventare famosi come i The Groovin’ Groupies oltre a curiosità sui brani di quel periodo”. L’immersio-ne nel personaggio è totale tanto che i musicisti del sestetto hanno anche un proprio profilo su Facebook col loro nome da Groovin’ Groupies dove pubbli-cano contenuti coerenti col loro personaggio.
Ecco dunque la line up attuale del progetto svelata da Alessandro Baglioni alias Ed Paprika, bassista dell’orchestra e direttore artistico del progetto. Alberto Giorni, di professione designer orafo, è Orlando “The Barber” Si-deburns da Memphis ed è il cantante, frontman e spalla con cui Ed Paprika interagisce costantemente sul palco. Jessica Angiolini di Montalto di Castro interpreta Dana Dawson, una giovane e minuta parrucchiera di un salone di San Diego, che, sorpresa a cantic-chiare durante uno stampo a un musicista della band, venne subito arruolata cantante per la sua voce potente e dal profondo colore soul. Francesco Pisani alias Cosmo Brown è il chitarrista, portoricano immigrato clandestino che sbarcava il lunario vendendo aspirapolvere rubate ma virtuoso della chitarra elettrica. Completano il cast Giulio Ramacciotti nei panni del tastierista Julius Benedict da Houston, e Filippo Nocentini nei panni di Philip Drummond batterista di Manhattan.
Il repertorio, è ampio e spazia dalla metà degli anni ’50 agli anni ’70 con una predilezione per i brani che hanno fatto parte delle colonne sonore dei film o di celebri spot pubblicitari e che sono già nella testa e nelle orecchie di chi le ascolta. “Oh What a Night” dei Four Seasons ha ispirato anche il nome dello spettacolo dei Groovin’ Groupies ma oltre al loro repertorio (da “Sherry” a “Can’t take my eyes of you”) troviamo Celentano, Elvis Presley, Chuck Berry, Etta James e gruppi storici come le The Supremes e The Monkees oltre ad alcuni cantanti italiani che cominciarono la loro carriera in quegli anni ispiran-dosi proprio ai maestri del R&R.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti in rispetto delle normative Covid, si consiglia di arrivare in anticipo sull’orario di inizio.