Campionato regionale Figc con disabilità intellettivo-relazionali: la Pro soccer PLUS al giro di boa

Addessi: “Progetto importante aperto a tutti i ragazzi e le ragazze della provincia di Grosseto che hanno voglia di divertirsi e giocare in totale sicurezza”

Si è conclusa la prima parte di campionato per la Pro soccer PLUS, l’unica squadra della provincia di Grosseto a partecipare al campionato regionale della Figc per atleti con disabilità intellettivo-relazionali, che sul terreno di gioco di Pontedera ha battuto per 2-0 il “Pisa for Special” e per 4-1 il “Un calcio per tutti Lastrigiana”. Due vittorie che chiudono, di fatto, una bellissima prima parte di stagione e regalano adesso ai ragazzi allenati da Giulia Falcinelli il meritato riposo in vista della ripresa del campionato, sabato 24 gennaio 2026.

“Una prima parte di campionato – spiega Roberto D’Addessi, dirigente e allenatore della PLUS – che ci ha regalato tante soddisfazioni dentro ma soprattutto fuori dal campo, dove i nostri ragazzi hanno fatto sempre più gruppo. Un percorso portato avanti con grande serietà, allenandosi tutte le settimane al centro sportivo Casamorino e partecipando due volte al mese alle partite del campionato regionale Figc. Un progetto importante aperto a tutti i ragazzi “Speciali” della provincia di Grosseto che hanno voglia di correre, giocare e divertirsi in totale sicurezza, in un ambiente sereno e spensierato”.

La squadra (foto di Luca Lucini) sta giocando per il terzo anno di fila nel campionato regionale promosso dalla Figc, a Pontedera, e da quest’anno potrà usufruire anche della collaborazione con la Fondazione Mazzola di Milano per un sostegno concreto che permetterà ai ragazzi e alle loro famiglie di partecipare alle trasferte ma anche di coprire parte delle spese per l’attrezzatura e per l’abbigliamento.

“Crediamo che il valore dello sport nelle persone con disabilità, anche con funzioni psicomotorie diverse, sia fondamentale – ha sottolineato Benedetta Mazzini, presidente Pro soccer lab – per la crescita personale e che debba essere garantito a tutti indipendentemente dalla condizione sociale o economica. Il calcio è la nostra terapia, una medicina che riesce a curare gli aspetti che spesso sono più difficili da sviluppare, come la socialità, la collaborazione, il sentirsi parte di qualcosa di grande, di unico, di speciale: far parte di una squadra”.