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Calcio

Us Grosseto – Siena: sarà giornata biancorossa

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Grosseto – La dirigenza dell’Us Grosseto ha comunicato ai tifosi che domenica sarà “giornata biancorossa” per cui non avranno validità le tessere di abbonamento sottoscritte.
Questo il testo della società:
Domenica 23 novembre, in occasione della gara Grosseto – Siena, valida per la tredicesima giornata del girone E della serie D, la società U.S. Grosseto 1912 indice la Giornata Biancorossa.
Per l’incontro con Siena – fischio di inizio alle 14.30 al Carlo Zecchini – non avranno dunque validità le tessere di abbonamento sottoscritte in fase di campagna “Con orgoglio e passione”. Per assistere all’evento sarà quindi necessario munirsi di biglietto.
La società biancorossa si augura che quella di domenica 23 novembre possa essere una grande giornata di sport e invita i cittadini, tifosi e appassionati a partecipare e a sostenere la squadra del Grifone.
Seguiranno le indicazioni per l’acquisto dei biglietti. #forzagrifone

Giornalista pubblicista dal 2010, è uno degli editori/fondatori della testata giornalistica on-line Grossetosport, all'interno della quale ricopre il ruolo di direttore responsabile. E' altresì il responsabile dei campionati di Promozione e Seconda Categoria, nonché un esperto di calciomercato.

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Lupo 1912
24 giorni fa

Domenica tutti allo stadio!
Lo chiede la classifica, c’è il richiamo del derby, poi la squadra e la società si meritano uno stadio pieno e colorato di biancorosso come ai vecchi tempi.
Ripeto: domenica riempiamo e coloriamo di biancorosso i gradoni del “Carlo Zecchini”
Forza Grosseto ❤️ 🤍 ❤️ 🤍 ❤️

CARPEnetti DIEM
24 giorni fa

Vorrei fare i complimenti a Yuri Galgani per “Il salotto del Grifone” che guardo sempre volentieri anche se non in diretta, condotto in maniera competente e moderata. Nel corso dell’ultima puntata, veramente interessante, in cui è venuta fuori la faccia bella del tifo (polemico, ma non dispregiativo) ho sentito Antonio Degortes da Siena dire che a Grosseto non c’è la tradizione del tifoso citando giustamente il numero basso di spettatori negli anni in cui il Grifone giocava in serie B e il tifoso maremmano (a proposito, ma davvero qualcuno considera questo aggettivo un’offesa?) Riccardo Giusti alias Sirpe affermare che noi non abbiamo cultura calcistica. Asserzioni condivisibili, tuttavia ricordo che Grosseto-Pisa del 18 marzo 1973 ebbe circa 14.500 spettatori (dato preso da Internet). 

Certo, quelli erano altri tempi. Oggi le cose sono molto cambiate rispetto agli anni in cui si andava nella sede del Club Anno Zero a vedere le partite in trasferta del Grosseto. Non ho mai scordato l’euforia provata quando assistetti alla memorabile vittoria per 1 a 0 contro il Modena capolista in serie C, nel 1974, gustandomi le spettacolari parate di Tani – da 9 in pagella – che, per la verità, si intravedevano a malapena nello schermo tra la nebbia del capoluogo emiliano. In tempi di video on demand un tifo di quel genere appare anacronistico e può far sorridere, però dava comunque soddisfazione.

Sono sempre stato un fautore della sana rivalità sportiva e condanno senza mezzi termini la violenza, perfino verbale (non sono neanche il tipo da sfottò, per intenderci, sono più per il tifo “a favore” che “contro”, rumoroso ma senza eccessi, con bandiere, sciarpate, striscioni, coreografie e cori non offensivi: ai miei tempi allo stadio si gridava: “Per battere il Grosseto ci vuol la Nazionale”), mi piace il bel calcio e ammetto senza problemi quando l’avversario si dimostra superiore e vince con merito; per esempio, pur tifando Fiorentina, ho sempre ammirato il gioco del Milan di Rijkaard, Gullit e Van Basten, allenato da Arrigo Sacchi, e le prodezze dello juventino Alex Del Piero. 

Ero presente all’Artemio Franchi di Siena nell’aprile del ’73 nell’anno in cui il Grifone vinse il campionato di serie D con 5 punti di vantaggio sulla compagine senese. All’epoca ero un ragazzo e i miei genitori avevano insistito che mi accompagnasse mio fratello, più grande di dieci anni, che al contrario di me non è mai stato un appassionato di calcio. Ricordo che ad accogliere i pullman di sostenitori biancorossi all’entrata della città c’era un cartello che più o meno recitava minacciosamente: “Entrare a Siena è facile, il difficile è uscirne”. 

La cronaca dell’evento è presto fatta. Nello stadio le due tifoserie erano state incautamente disposte molto vicine. Nel primo tempo i maremmani passarono in vantaggio e nell’intervallo il malumore tra i tifosi di casa, molti dei quali visibilmente in preda all’alcool, cominciò a serpeggiare. Nella ripresa appena la compagine casalinga pareggiò, come rispondendo a un sottinteso richiamo i senesi più esagitati partirono alla carica. Mio fratello, colpito alla spalla da una fiaschetta di liquore vuota lanciata da qualche scalmanato supporter senese, per prudenza, vista la mala parata, staccò dall’asta la bandiera del Grosseto che avevo portato con me e se la infilò nella tasca della giacca, dopodiché insieme ci dirigemmo alla chetichella verso l’uscita e da lì direttamente al pullman quando ancora mancava un bel po’ alla fine dell’incontro, che terminò in parità.

Detto ciò da allora, aldià del tradizionale antagonismo calcistico, non ho mai nutrito alcun rancore contro i senesi, neanche contro gli irresponsabili autori dell’indegno assalto, che probabilmente – almeno lo spero – il giorno seguente si saranno pentiti delle loro gesta, anzi ho diversi amici nella città del Palio. Questo proprio perché non voglio mettermi al pari di chi fa di tutta un’erba un fascio o va in cerca di nemici rapportando inappropriatamente sport e guerra tanto da trasformare la passione in ostilità, rabbia e mancanza di rispetto, poiché un vero tifoso non dovrebbe estremizzare prendendosela con gli avversari ma essere sportivo, ovvero – come riporta il dizionario – “comportarsi in modo leale e corretto, accettare con animo distaccato e sereno la sconfitta”. Riconosco che accettare con animo distaccato e sereno la sconfitta è più da Dalai Lama che da tifoso medio (e per un ultras sarebbe addirittura inconcepibile), anche se in effetti il senso della frase è che chi dà in escandescenze non può definirsi un autentico sportivo, ma converrete con me che comportarsi in modo leale e corretto, confrontandosi in modo pacifico e civile anche con chi ha una fede sportiva diversa dalla nostra senza riservargli un’accoglienza infernale e tramutare lo stadio in un campo di battaglia, dovrebbe essere la consuetudine. 

Inoltre le intemperanze dei tifosi non hanno mai conseguenze positive, anzi apportano notevoli danni alle società coinvolte che vengono spesso sanzionate – specie nei casi più gravi – e ne risentono anche in termini di immagine. Ma naturalmente questo lo sanno tutti, compreso chi di volta in volta viene coinvolto negli incidenti con azioni aggressive e scontri fisici tra le opposte fazioni. Dunque, mi domando… a che pro?

Per questa ragione auspico che domenica sia soprattutto una bella giornata di sport e che indipendentemente dal risultato del derby – che ovviamente mi auguro sorrida ai torelli maremmani, trascinati dall’incitamento del tifo biancorosso sugli spalti, che dovrà essere il dodicesimo giocatore in campo – non si verifichi alcun deprecabile episodio di violenza, in risposta a provocazioni o meno, che a mio parere sarebbe solo dimostrazione di stupidità… da qualunque parte provenga.

Amministratore
21 giorni fa
Rispondi a  CARPEnetti DIEM

Ti ringrazio per i complimenti, davvero molto apprezzati.
Aggiungo che concordo con il contenuto del tuo post e mi auguro che domani vinca il migliore (ovviamente, il Grosseto)! 😉

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