Nella vita di tutti i giorni, quando ci sentiamo ingiustamente vessati, siamo pronti ad alzare la voce per far valere i nostri diritti e a volte ci riusciamo.
Nel calcio, invece, è pressoché impossibile ottenere il ristoro dei danni subiti perché i punti persi per errori arbitrali clamorosi e ingiustificabili non vengono restituiti.
Quel che in italiano viene espresso come “il danno e la beffa” in toscano suona ancora meglio con l’espressione “becco (ovvero cornuto) e bastonato”.
Esattamente ciò che sta vivendo l’Us Grosseto in questa anomala stagione di Serie C, senza pubblico, senza incassi, con continui tamponi e protocolli anti-Covid 19.
Ebbene, nonostante tutto, il club biancorosso ha sempre cercato di fare le cose per bene, magari mentre altri si sono ritrovati al via con situazioni societarie piuttosto discutibili.
Stiamo parlando di Serie C, di professionismo, del terzo livello del calcio italiano, dunque di soldi veri. Ecco, proprio perché sono in ballo investimenti (spesso a fondo perduto) da parte di imprenditori seri come i Ceri, proprietari del Grosseto, è giusto che vengano messe in atto tutte le soluzioni tecnologiche per evitare il ripetersi di errori come quello di ieri pomeriggio allo Zecchini, dove il direttore di gara, Kumara di Verona e il suo primo assistente, Madonia di Palermo, si sono letteralmente inventati il rigore col quale, al 38′ della ripresa, il Novara ha pareggiato l’incontro.
Badate bene, non un penalty dubbio, ma proprio inesistente, inventato. Infatti, il contatto tra Pedrini e Schiavi è avvenuto a circa un metro di distanza fuori dall’area di rigore! Una vera e propria follia, un abbaglio clamoroso che ha letteralmente regalato il pari ai guadenziani e ha finito per incattivire la partita esacerbando gli animi dei giocatori biancorossi, chiaramente stanchi di subire episodi sempre contrari.
Sì, perché il Grosseto ha 19 punti in classifica, ma sarebbero stati di più se gli arbitraggi contro Renate, Pontedera, Lecco e Novara non avessero vanificato le prestazioni biancorosse. Gridano vendetta il mancato rigore su Sersanti al 90′ contro il Renate, i due possibili penalty e la rete inspiegabilmente annullata a Gorelli all’89’ col Pontedera.
Alla stessa maniera, poi, due possibili rigori non concessi e una rete annullata all’86’ a Ciolli contro il Lecco, mentre ieri, l’apoteosi con il penalty inventato da Kumara all’83’, grazie al quale il Novara ha pareggiato allo Zecchini. Qui non si tratta di voler essere faziosi, perché stiamo parlando di episodi clamorosi, soprattutto le reti annullate e il rigore inesistente, fatti che hanno penalizzato senza ombra di dubbio il cammino grossetano.
Con i punti mancanti i biancorossi sarebbero in ben altra posizione di classifica e per una squadra come quella unionista, costata infinitamente meno di quasi tutte le rose del girone A, sarebbe stata la giusta ricompensa per le ottime prestazioni fornite. Al contrario, siamo qui, per l’ennesima volta, a raccontare il senso di rabbia e di frustrazione che sta accompagnando la stagione biancorossa. Qualcuno dice che al termine di ogni campionato gli episodi favorevoli e contrari arrivino a compensarsi, ma è solo un modo per tacitare le discussioni. La realtà è che qui ci troviamo di fronte ad arbitraggi che è giusto definire inadeguati, così come è giusto che certi direttori di gara, dinanzi agli enormi errori commessi, vengano fermati più o meno a lungo. Soprattutto, deve essere chiaro che ieri, con la topica di Kumara e Madonia sul rigore inesistente, non hanno pareggiato Grosseto e Novara, ma ha perso il calcio.
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