A volte, nei momenti più difficili, non servono processi sommari, non occorre neppure trovare colpevoli, perché quando una squadra come quella biancorossa, costruita per vincere, perde con merito di fronte al piccolo Vorno, tutto ha un senso. Il senso di una stagione che sta dimostrando come vincere un campionato non sia mai semplice in nessuna categoria.
Infatti, l’abbiamo sempre detto e lo ripetiamo: non basta chiamarsi Grosseto per avere la meglio di avversari che magari rappresentano minuscole frazioni di certi Comuni, esattamente come Vorno, dove la popolazione non arriva a novecento residenti. Vorno, frazione di Capannori (Comune di oltre quarantaseimila abitanti alle porte di Lucca), ieri ha festeggiato i suoi eroi, ovvero la squadra di calcio che ha battuto il Grosseto in quella che è stata definita la vittoria più prestigiosa di sempre del club vornese. La vittoria di Davide contro Golia, il bello dello sport. Una vittoria netta, pulita, persino stretta nel risultato, visto che i padroni di casa hanno colpito anche due clamorosi pali.
E il Grosseto? Non pervenuto, esattamente come quei tifosi che hanno deciso, su invito di Simone Ceri (uno dei proprietari del club biancorosso), di non seguire la squadra in trasferta dopo la tiritera tra Vorno e Lucca quale sede del match. Alla fine è stata Lucca a spuntarla e il Porta Elisa (lo stadio dove il Grosseto di Cuccureddu fermò sul 2 a 2 la Lucchese nel 2006-07 con lo storico gol di Amore) è stato avaro nei confronti dei biancorossi, messi a nudo nelle loro fragilità da avversari molti dei quali lo scorso anno in Promozione.
D’altronde, il campo ha parlato e una cosa è certa: il Grosseto vincente della prima parte della stagione, con 8 vittorie e 1 pareggio in 9 partite di campionato e 3 vittorie su 3 in Coppa Italia non c’è più, scioltosi come la neve al sole nel 4 a 1 rimediato a Fucecchio, contro la diretta avversaria di quello e di questo momento per la vittoria finale del campionato. Da quell’istante, 10ª giornata, qualcosa si è rotto, soprattutto nella testa dei giocatori unionisti. Sì, ci sono state vittorie belle come il 3 a 0 sul Montecatini o lo 0 a 3 esaltante ad Avenza, ma sono arrivate anche le sconfitte in semifinale di Coppa Italia col Montignoso (0 a 1) e in campionato con la Cuoio.
Inevitabile, per chi ha investito tanti soldi per rilanciare il Grifone, come ha fatto la famiglia Ceri, porsi delle domande, prima fra tutte se mister Miano fosse o meno da esonerare. Forse, volendo procedere a un cambio, è stato sprecato del tempo utile, perché dopo la sconfitta col Montignoso il mercato era sempre aperto e dopo lo 0 a 1 contro la Cuoio sarebbe stato possibile far lavorare il nuovo allenatore almeno due settimane con la squadra grazie alla sosta natalizia.
Alla fine, nonostante la vittoria non esaltante del Grifone contro il Ponte Buggianese, Miano è saltato e ha pagato per tutti, ma l’ha fatto lasciando la squadra prima in classifica, col miglior attacco e la seconda miglior difesa. Al suo posto, dopo abboccamenti anche con Danesi, è arrivato Magrini, il cui tempo per conoscere la squadra è stato davvero minimo e la sconfitta all’esordio sulla panchina unionista gli ha già fatto capire che non sarà affatto facile venire a capo della situazione.
Paradossalmente, il Grifone non solo è ancora primo, ma da ieri può vantare il migliore attacco e la migliore difesa. Queste le uniche note liete in una domenica davvero negativa. Sì, perché il Grosseto è gravemente malato e Magrini, come un buon medico, dovrà riuscire a individuare i problemi che affliggono i suoi giocatori, problemi evidenti e di varia natura (mentale, fisica, tattica e di uomini).
<<Ripartiamo da zero>>, queste le parole pronunciate da mister Magrini in sala stampa e vanno prese per oro colato. Ripartire da zero, resettare tutto: schemi, gerarchie, aspettative, insicurezze, paure, certezze, non deve rimanere più niente. Occorre guardarsi negli occhi, parlarsi, confrontarsi, magari anche discutere, ma il Grosseto deve rialzarsi immediatamente perché il Fucecchio ormai è a 1 punto, mentre il Montecatini (grazie a 4 vittorie consecutive) è a 3. Il Grifone è ancora padrone del proprio destino, è vero, eppure non può più permettersi di sbagliare.
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