Gavorrano. Il Gavorrano, nella prima giornata di ritorno, è riuscito a domare il temutissimo Seravezza Pozzi grazie ad una bella rimonta dallo 0-1 al 3-1, ma se il portiere Daniel Salvalaggio non avesse deviato il rigore angolato del bomber cubano Rodriguez al 38′, con un gran balzo sulla sinistra, la gara, sul 2-0 per i lucchesi, probabilmente avrebbe preso una piega diversa. Meritato quindi l’otto in pagella e il titolo di miglior giocatore della settimana e di uomo copertina.
«Il rigore parato – ammette il portiere rossoblù Daniel Salvalaggio – ha dato una svolta alla partita. Il nostro morale s’è rialzato e l’abbiamo rimessa in piedi. Ho intuito la traiettoria della palla e l’ho deviata. Mi sono così preso una rivincita su Rodriguez che mi aveva trafitto con una bella rovesciata».
«Quella di domenica scorsa – prosegue l’estremo difensore classe 1998, originario di Carrara – è stata una vittoria importante. Venivamo da una bella prova contro il Ghivizzano e volevamo i tre punti per proseguire la nostra serie positiva».
Con i nuovi arrivi si respira un’aria diversa e nessuno meglio del portiere ha il polso della situazione. «Con gli ultimi rinforzi – sottolinea Salvalaggio – il gruppo si è unito e dai nuovi è arrivato un bel contributo sotto tutti i punti di vista. Al fianco di Ferrante e Bruni è arrivato per esempio Placido che ha reso ancora più solida la difesa».
L’estremo difensore rossoblù, insomma, è fiducioso sulla seconda parte della stagione: «Siamo partiti male, ma continuando a fornire queste prestazioni possiamo risalire la china della classifica. Dobbiamo giocare una gara alla volta, ma ritengo che abbiamo i mezzi per poter recuperare il distacco di sette punti dalle squadre che si trovano attualmente in zona playoff».
Daniel Salvalaggio, uscito dal settore giovanile dello Spezia, è approdato a Gavorrano nell’estate 2016 e ha disputato un intero girone d’andata con i rossoblù in serie C, prima di essere prestato all’Unione Sanremo in serie D. «Lì per lì ci sono rimasto male – spiega il portierone rossoblù – poi ho capito che la squadra aveva bisogno di un numero uno più esperto e che io avrei potuto farmi le ossa. Per questo non ho pensato due volte a tornare quando mi è stato chiesto: qua mi sento a casa, so che posso contare su dirigenti preparati come il direttore Vetrini, che lavorano con progetti ambiziosi per il futuro e sono contento di fare parte di questo progetto».
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