Grosseto. Quando Grosseto Group si è presentato alla città attraverso il neonato Football Club Grosseto 1912, in molti hanno pensato che si trattasse di uno scherzo. Un gruppo arabo-statunitense, con progetti ambiziosi, interessato al calcio grossetano? Impossibile! Al contrario, non solo la cosa si è dimostrata concreta, ma la voglia di far bene del presidente Max Pincione (membro e rappresentate della Società Grosseto Group), del suo fidato Paolo Iapaolo, di Rodolfo Mirri e di tutti i soggetti coinvolti nel progetto è stata ed è tangibile. I bagni di folla sono stati la più bella testimonianza di quanto è accaduto in questo mese, così come l’allestimento di una squadra con l’obiettivo di vincere la Serie D. Come detto, Pincione e soci sono stati accolti da una parte con grande entusiasmo, se non altro per aver salvato il calcio a Grosseto senza chiedere un centesimo o qualcosa in cambio all’amministrazione comunale (come accaduto in altre precedenti trattative), ma dall’altra con scetticismo, soprattutto da chi ha continuato e continua a vivere con i fantasmi di un passato durato ben quindici anni. Sono circolate anche voci destabilizzanti nei confronti del Football Club Grosseto, ma la dirigenza biancorossa ha pensato solo a lavorare sodo e con fatti concreti. Pincione, Iapaolo e Mirri hanno incontrato tutti, parlando apertamente dei programmi ambiziosi, ma anche proponendosi con grande umiltà, segno di rispetto verso la città e i vari interlocutori. Piano piano, poi, il club si è dotato di professionalità da sempre vicine ai colori biancorossi e quel trait d’union con la grossetanità è ricomparso magicamente. Perfino alcuni errori commessi dalla nuova proprietà, piccoli a dire il vero, sono stati fatti nella massima buona fede. Oltretutto, chi ha sbagliato, ha fatto tesoro degli errori commessi, sintomo di intelligenza e voglia di migliorarsi. Adesso, che ci crediate o no, si parla di progetti, veri, tangibili, come la Fc Grosseto Academy o il calcio femminile, ma, soprattutto, si punta a riportare subito il Grifone tra i pro, per poi tentare la scalata come minimo alla Serie B. Qualcuno vocifera di Serie A da raggiungere in sei anni, ma, almeno ufficialmente, la dirigenza certe cose non le ha mai dette, limitandosi a parlare solo di “progetti molto ambiziosi”. Si sente parlare anche di stadio di proprietà, di campi e strutture da costruire, ma ora l’obiettivo primario è quello di tornare subito in Lega Pro. Che avvenga nel 2016, sul campo oppure subito, grazie a una possibile e inaspettata ammissione per meriti sportivi, non importa, quel che conta è che il Grosseto, calcisticamente parlando, sia più vivo che mai e che si possa pensare – con rinato entusiasmo – a un futuro a certi livelli. Ecco perché, giorno dopo giorno, sempre più gente si convince della bontà del progetto Fc Grosseto e ne vuol far parte. I tifosi biancorossi, poi, stanno rispondendo positivamente con gli abbonamenti e presto sarà raggiunta e superata quota mille, ovvero oltre il doppio dello scorso anno, nonostante la diversa categoria. Bellissimo, poi, il tripudio di biancorosso presente allo Zecchini nei corridoi della tribuna stampa e di quella centrale, così come nelle ringhiere esterne. Altrettanto piacevole vedere il ripetersi dello stemma societario, affisso un po’ ovunque, in quella che è la casa del Grifone e di tutti i grossetani. E non è finita qui, perché Pincione ci ha confidato di voler togliere le barriere protettive della futura gradinata “Lollo” Galgani, oggetti che limitano la visuale di un settore importante dello stadio. L’obiettivo è chiaro: portare tanta gente allo stadio, magari intere famiglie e far tornare a sentire i grossetani padroni in casa loro. Dunque, è giusto vigilare criticamente sull’operato societario, ma è altrettanto corretto riconoscere i meriti della nuova società, capace, in un solo mese di lavoro, di risvegliare entusiasmi sopiti da anni.
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