Di Meglio: “Il Grosseto deve salvarsi per programmare il futuro”

Giovanni Giuseppe Di Meglio (1975), conosciuto da tutti come Gianni, è il capitano del Grosseto che ha vinto il campionato di serie C1 e la relativa Supercoppa nel 2007. In tre anni da giocatore ed uno da viceallenatore ha lasciato una traccia indelebile in Maremma, instaurando rapporti di amicizia e facendosi apprezzare per le sue grandi doti, non soltanto come giocatore, ma anche sul piano umano.

Sei stato scoperto da Ciro Bilardi, ex calciatore del Catania in serie A negli anni Ottanta.

<<È proprio così. Ciro mi portò a Foggia quando avevo quindici anni. Erano gli anni di Zeman e del direttore sportivo Pavone, un bel periodo. In prima squadra c’erano giocatori come Signori, Baiano, Rambaudi, Shalimov, Kolivanov, Petrescu e Padalino>>.

Da giovane avevi dei modelli?

<<Da piccolo tifavo Juventus, perché mi piaceva Michel Platini, ma poi Maradona mi ha fatto cambiare idea…>>.

Sei arrivato in Maremma nel 2004.

<<Ricordo che era l’ultimo giorno di mercato ed io ero fuori rosa a Crotone dopo aver vinto il campionato. Con la maglia della società calabrese avevo giocato sempre, ero un giocatore importante, ma venni scaricato. Non seppi mai il motivo di questa scelta. Mi informai allora sul Grosseto ricavandone buonissime impressioni: la squadra era reduce dalla vittoria nel campionato di Serie C2 ed accettai con grande entusiasmo il trasferimento, ma il primo periodo grossetano non fu facile. Le prime quattro partite rimasi tra tribuna e panchina. Mister Esposito schierava quattro uomini in difesa, poi ricordo che litigò con Cipolla rischiando l’esonero e mi fece giocare a Vittoria. Quel giorno scendemmo in campo con un modulo mai provato prima, a cinque difensori, e le cose cambiarono>>.

La prima stagione in serie C1 fu positiva per il Grosseto.

<<Quell’anno facemmo un campionato strepitoso, arrivando quarti, ma a pari punti con Mantova e Pavia a quota 64. All’ultima partita il Mantova lasciò gioco facile al Pavia e noi fummo costretti a giocare la seconda partita dei play-off fuori casa. Un vero peccato, perché quell’anno mettemmo a segno il record di tredici partite senza subire reti>>.

L’anno seguente il club unionista raggiunse una sfortunata finale play-off.

<<Arrivò Allegri in panchina ed avemmo qualche difficoltà nelle prime fasi, poi ci riprendemmo alla grande e perdemmo la finale con il Frosinone. Meritavamo già quell’anno di andare in Serie B>>.

Nel 2006-07 il sogno si materializzò.

<<Il terzo anno finalmente vivemmo una gioia immensa vincendo campionato e Supercoppa. Ero il capitano di quella squadra e posso dire che il ricordo di quel giorno a Padova è tuttora davanti ai miei occhi. Quando siamo rientrati è stato bellissimo trovare trovare tutto lo stadio pieno di tifosi ad aspettarci>>.

In quel periodo hanno indossato la maglia biancorossa molti giocatori di valore.

<<A Grosseto giocatori forti ce ne sono stati, però penso che sia stata la forza del gruppo a farci vincere il campionato. Quell’anno avevamo un collettivo fortissimo: non andavamo tutti d’accordo, ma in campo eravamo una cosa sola. Ricordo che, a tre partite alla fine, ad Ivrea litigammo tra di noi a fine gara perché avevamo pareggiato e pensavamo di aver perso il campionato. Alla fine, invece, quel punto si rivelò fondamentale>>.

A sorpresa non venisti confermato per la Serie B.

<<Non sono mai riuscito a capire perché non sono rimasto anche in Serie B a Grosseto. Sicuramente ho anche io le mie colpe, ma non mi aspettavo di essere trattato così. Con il tempo, però, Camilli mi ha dimostrato sempre affetto e stima: penso che a mandarmi via sia stato qualcun’altro con cui non avevo un buon rapporto>>.

Sei legato a Camilli.

<<Camilli è una persona molto competente e non si tratta di una qualità di poco conto. Mi dispiace che la città non abbia mai capito la fortuna di avere un presidente con questa forza economica. Non è stato fatto mai gasare al punto di portare il Grosseto in Serie A e ha fatto sempre tutto da solo. Peccato>>.

L’anno scorso sei tornato in biancorosso come allenatore in seconda.

<<Grazie al presidente ho iniziato la mia carriera di tecnico come allenatore in seconda, anche se mi aveva proposto di prendere in mano direttamente la squadra. Non avevo, però, il patentino ed allora ho preferito fare il secondo. A Grosseto l’anno prima con Consonni c’erano stati problemi e penso che sia stato meglio iniziare come viceallenatore. Sinceramente penso che non sarei stato pronto a prendere in mano direttamente le redini della squadra ed avrei potuto bruciarmi. È stata una stagione particolare senza retrocessioni; il Grosseto veniva dalla Serie B e non era facile ripartire. Nonostante tutti i problemi, però, vincendo a Viareggio potevamo raggiungere i play-off. A quella squadra mancava un vero leader e nei momenti importanti non c’era reazione>>.

Quest’anno non sei rimasto nello staff unionista.

<<L’estate scorsa il presidente sembrava deciso a mollare tutto e mi consigliò di trovare un’altra soluzione: è stato sempre sincero e onesto, un presidente con la P maiuscola con i suoi difetti e molti pregi. Adesso ho preso il patentino e posso allenare in prima persona: vediamo a giugno cosa succederà>>.

Grosseto ti è rimasta nel cuore.

<<Mi sento ancora con alcuni giocatori di allora come Sorrentino, Amore, Consonni, Cipolla, Gessa e Zizzari. Con i tifosi ho avuto sempre un buon rapporto, anche se ho avuto le mie contestazioni sia personali che dovute al fatto di aver preso le difese dei miei compagni. Alla fine direi che i momenti lieti superano di gran lunga quelli più complicati. Adoro Grosseto e in città ho i miei amici speciali a cui voglio un mondo di bene indipendentemente dal calcio>>.

Parlando di tifosi, un pensiero per Lollo è doveroso.

<<Il mitico Lollo per me era un tifoso, ma anche una persona quasi di famiglia. Ci siamo sentiti fino a pochi giorni prima che morisse. Mi voleva davvero bene ed è stato l’unico tifoso che il sei gennaio faceva la calza di cioccolata ai miei figli. Un piccolo gesto, ma per me e mia moglie un gesto enorme. Lollo aveva un cuore grandissimo ed era tifosissimo del Grosseto. Mai una parola fuori posto: unico>>.

La squadra non sta vivendo un momento facile.

<<Seguo sempre il Grosseto e lo tifo: a casa mia la domenica, dopo l’Ischia, viene il Grosseto. Pensiamo a fare subito questi nove punti per raggiungere la salvezza e a programmare la prossima stagione puntando a vincere il campionato>>.

Giulio De Paola

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