Tra la densa coltre di fumo alzata dalla società unionista per non lasciar trapelare nulla sulle reali intenzioni di patron Camilli, passano notizie frammentarie, ma abbastanza significative. Registrati vari addii in uscita (compreso quello del direttore sportivo Magalini), tifosi, stampa e istituzioni continuano a sfogliare la margherita sul futuro del Grifone. Vediamo di capire cosa c’è di nuovo e cosa, invece, potrebbe accadere in futuro.

SITUAZIONE SOCIETARIA

Attualmente, l’unico che continua a rimanere saldo al suo posto è l’avvocato Antonio Ranucci, che, lo ricordiamo, ricopre il ruolo di amministratore unico dell’Us Grosseto. Se le cose andranno in un certo modo, è probabile, come abbiamo anticipato giorni fa, che lo stesso Ranucci venga affiancato da Minguzzi e da Palmas. Singolare, ad esempio, è la posizione di Minguzzi, corteggiato dalla Pistoiese e dal Pisa ed accordatosi verbalmente con i nerazzurri. Al momento in cui, però, il club di Battini ha chiesto a Camilli di liberare il dirigente, pare che il patron unionista abbia detto di non volersene privare perché destinato a lavorare a Grosseto. Insomma, se le cose stessero davvero come ci hanno riferito, si tratterebbe della riprova che Camilli iscriverà il Grifone alla Lega Pro unica, indipendentemente da quelli che saranno gli scenari futuri. Oltretutto, viene da chiedersi perché mai il patron biancorosso non dovrebbe iscrivere il Grosseto, ben sapendo che senza l’iscrizione i vari crediti vantati diventerebbero inesigibili. Dunque, affetto, necessità o puro calcolo imprenditoriale, ma pensiamo proprio che l’ex-presidente del Grosseto iscriverà regolarmente il club alla Lega Pro.

RAPPORTO CAMILLI-TIFOSI. I PERCHÉ DI UNA CRISI ANNUNCIATA

Probabilmente si tratta del punto più basso raggiunto in questo rapporto d’affetto tra la piazza grossetana e l’amato Comandante. Quasi quindici stagioni insieme sono davvero tante e ci sono stati tanti momenti felici, ma anche alcune fasi di stanca. Lo Zecchini è ormai deserto, colpa, sicuramente, degli ultimi quattro campionati conclusi dal Grosseto, lo ricordiamo, al 14°, al 15° e al 22° posto in B e all’11° posto in Prima Divisione, fuori dai play-off e dietro tutte e tre le neo-promosse (L’Aquila, Pontedera e Prato). Certo, onestà vuole che si tenga conto del fatto che la retrocessione dalla B è avvenuta in modo traumatico, dopo un’estate rovente e una penalizzazione ingiusta che ha finito per diventare un fardello insuperabile insieme alla confusione tattica e mentale generata dall’eccessivo numero di tecnici avvicendatisi alla guida del Grosseto nella stagione 2012-13. I tifosi unionisti tutto questo lo sanno bene, così come riconoscono e riconosceranno per sempre i meriti di Camilli, che ha portato il Grifone a un passo dal paradiso dopo averlo preso alle soglie dell’inferno calcistico. Purtroppo, però, dopo l’infausta stagione 2009-10, quella della Serie A mancata a causa dei giocatori infedeli, con 8 miseri punti nelle ultime 8 giornate, Camilli si è auto-convinto di non poter andare nella massima divisione perché Grosseto è una piccola piazza. Dunque, nel 2010-11 è stata approntata una rosa con tantissime scommesse, poi, dopo aver cacciato Iaconi, il patron ha pensato bene di chiamare Imborgia, il quale ha portato a Grosseto giocatori molto importanti (Immobile, Tachtisidis, Papa Waigo, Defendi, ecc.) e Serena come allenatore. A quel punto, dopo una bella rincorsa, i biancorossi sono riusciti addirittura ad entrare virtualmente nei play-off per sei minuti, durante la partita col Cittadella, finita poi 1 a 1 con gol ospite a tempo abbondantemente scaduto. Tuttavia, al termine di quel campionato cadetto, il Grosseto si è piazzato soltanto 14°, un bel passo indietro dopo il 13° posto alla prima stagione in B e ai successivi 6° e 7° posto dei campionati 2008-09 e 2009-10. Non solo, ma nell’estate del 2009, proprio dopo la delusione patita ai play-off, la piazza grossetana si è sentita ferita dall’acquisto del Pisa (con la promessa pubblica di Camilli di portare i nerazzurri in Serie A in 5 stagioni, ndr), fatto rinascere in Serie D dopo il fallimento con Pomponi. L’allora presidente del Grosseto ha giustificato tale operazione come meramente commerciale e ha definito il club biancorosso come il “gioiello di famiglia”. Insomma, nonostante la ferita subita, le parole di Camilli hanno rasserenato i tifosi unionisti, i quali, anziché contestare la suddetta operazione, hanno continuato ad appoggiare senza “se” e senza “ma” l’imprenditore grottano. Nonostante ciò, le stilettate verbali lanciate da Camilli a più riprese, sia contro la grossetanità, che contro la piazza grossetana, hanno cominciato a segnare un solco sempre più profondo tra la proprietà del club e la tifoseria. Le solite esternazioni di fine stagione, poi, sul futuro incerto del Grosseto, hanno preso ad irritare e stancare anche i camilliani più convinti. Sì, perché qui da noi, per un lungo periodo, essere camilliani ha significato essere tifosi ferventi del Grifone, visto che Camilli ha rappresentato l’essenza stessa del Grosseto. Un forte riavvicinamento, invece, lo si è avuto in occasione dei festeggiamenti del Centenario, nel maggio 2012, e successivamente durante l’infuocata estate dello stesso anno, per i fatti riconducibili ai processi di primo grado e d’appello di Scommessopoli. Significativa, in tal senso, la fiaccolata (con la partecipazione di un migliaio di sostenitori unionisti) organizzata a sostegno di Camilli in vista del processo d’appello, poi vinto. Lì è sembrato rinascere un amore incondizionato, rovinato, però, dalla suddetta stagione della retrocessione, alla quale è seguito l’annunciato disimpegno del patron e della sua famiglia, proposito rientrato solo nel corso dell’ultimo campionato, quello appunto di Prima Divisione, concluso in 11^ posizione. Inoltre, proprio nell’estate passata, i Camilli si sono buttati anima e cuore nell’avventura della Viterbese-Castrense. In pratica, dopo il fallimento della vera Viterbese, i Camilli hanno portato la Castrense nella città dei papi e hanno fatto nascere un nuovo sodalizio che ha unito i nomi dei due club. Inoltre, la vittoria del campionato di Eccellenza e la scomparsa della Seconda Divisione hanno portato il sodalizio gialloblù a una sola categoria di distanza da quello biancorosso, altro elemento, questo, che ha creato malumore e preoccupazione tra i tifosi di fede grossetana. Infine, il silenzio assordante di Camilli, rotto da qualche dichiarazione di routine rilasciata a chi si ostina a volergli far ripetere sempre le stesse cose, ha portato un gruppo di tifosi a chiedere pubblicamente chiarezza sul futuro del Grosseto. Quegli stessi sostenitori, poi, hanno provato ad avere notizie sulle reali intenzioni del gruppo Unicusano, quello facente capo a Bandecchi, ma la missiva inviata e giunta al destinatario (che è rimasto colpito positivamente dal gesto) è stata resa pubblica e ha suscitato un vespaio. Non a caso, la Curva Nord ha emesso un proprio comunicato nel quale ha espresso vicinanza a Camilli.

COSA SI ASPETTANO E COSA FARANNO I TIFOSI?

Il dato che accomuna tutta la tifoseria biancorossa è quello di volere risposte certe e concrete, insomma, chiarezza vera, ma in tempi brevi. Tutto questo può offrirlo solo Camilli. Nel frattempo, però, il Comitato Amici del Grosseto Anno Zero 2014 ha indetto una riunione per venerdì sera, alle ore 21, presso la sala riunioni di Barbanella, proprio accanto agli ex-uffici circoscrizionali. La Curva Nord, invece, si è mossa diversamente, chiedendo un incontro chiarificatore a Camilli stesso, che si è detto disponibile non appena rientrerà dall’estero (dove si trova per lavoro, ndr). Il tempo, però, stringe e i tifosi biancorossi, nella loro globalità, stanno soffrendo le “pene dell’inferno”, costretti a rimanere, ancora una volta, nella più assoluta incertezza.

BANDECCHI SÌ O NO?

Molti ci domandano se sia vera o meno la trattativa tra il gruppo Unicusano e Camilli. Va detto subito che, a quanto ne sappiamo, Bandecchi e Camilli non dovrebbero mai essersi incontrati. Ci risultano, invece, sia l’interesse di massima verso il Grosseto da parte dell’Unicusano che un timido sondaggio conoscitivo fatto da un emissario di Bandecchi in un incontro con un esponente biancorosso. Non abbiamo, però, prove di cifre né di progetti presentati. Siamo certi, invece, che Bandecchi ha gradito moltissimo la missiva ricevuta. Ci risulta, poi, che il gruppo facente capo all’imprenditore livornese sia rimasto davvero scioccato per l’epilogo dell’acquisto del Livorno, prima ufficializzato da Spinelli per 12 milioni e mezzo di euro e poi fatto saltare per presunta mancanza di liquidità da parte degli acquirenti, con tanto di accuse e contraccuse. Diciamo che a Livorno più che i soldi ha influito la politica. A Grosseto, al contrario, ci sarebbero tutte le condizioni per iniziare un progetto pluriennale, ma, a quanto pare, manca la voglia di vendere e, comunque, Camilli nega che ci siano acquirenti.

PIERO, VINCENZO E LUCIANO CAMILLI. TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI?

Se qualcuno pensa che Piero Camilli, solo per il fatto di non essere più un tesserato del Grosseto, non abbia più voce in capitolo nelle scelte tanto del Grifone che della Viterbese-Castrense, si sbaglia di grosso. Il proprietario della Ilco, infatti, tiene saldamente i cordoni della borsa e l’ultima parola spetta sempre a lui. Certo, tanto Vincenzo che Luciano sono ormai uomini fatti e ogni giorno che passa le loro parole e i loro desideri contano sempre di più, ma la leadership di loro padre non è in discussione. D’altronde, il carisma di Piero Camilli è riconosciuto da tutti, compresi i suoi detrattori. Attualmente, sempre in base a quanto ci risulta, la situazione è la seguente: Vincenzo, presidente della Viterbese-Castrense e maggior proprietario delle quote del Grosseto, vorrebbe concentrarsi solo e soltanto sul sodalizio gialloblù. Luciano, invece, cresciuto con la scalata del Grifone, è meno drastico in tale scelta e, seppur vicinissimo al fratello, probabilmente non sarebbe dispiaciuto se il padre decidesse di continuare a investire nel Grosseto. Infine, Piero, il vero collante della famiglia, sindaco rieletto di Grotte di Castro e imprenditore di successo, ha fatto sapere, più o meno direttamente, di essere stanco e deciso a chiudere la sua avventura grossetana. Nonostante ciò, sappiamo che è fortemente combattuto. La sua indecisione deriva anche da motivi affettivi veri, perché lui, più dei figli, ha sentito come una sua creatura il Grosseto. Dunque, figli orientati verso Viterbo (dove è stata promessa la B in due anni, ndr) e Camilli indeciso se assecondare il loro volere o se puntare ancora sul Grifone.

COMUNE DI GROSSETO E BANCA DELLA MAREMMA COSA FARANNO?

Il Comune di Grosseto è alla finestra, forte del fatto che l’Us Grosseto deve firmare la convenzione per l’utilizzo degli impianti comunali in uso. La firma, che doveva già esserci stata la scorsa settimana, tarda ad arrivare perché negli ambienti comunali si attende chiarezza sul futuro del club biancorosso. Logicamente, in caso di mancata iscrizione della squadra, il sindaco avrà l’obbligo di salvare il salvabile e dovrà trovare una soluzione per non far sparire il calcio in città. Da parte sua, la Banca della Maremma dovrebbe incontrare Camilli a breve, in un rendez-vous più amichevole che ufficiale. Nonostante ciò, si preannunciano tempi difficili davvero per tutti.

Yuri Galgani

Giornalista pubblicista, è appassionato di calcio e statistiche sportive. Vanta esperienze e collaborazioni col Guerin Sportivo (al tempo diretto da Marino Bartoletti), Telemaremma, Tv9, Calciotoscano.it, Biancorossi.it, Vivigrossetosport.it, Tuttob.com e Pianetab.com. All'inizio si è occupato principalmente di Serie B e di Lega Pro, poi anche di Serie D e di Eccellenza. È co-autore del libro Cento passi nella storia, scritto in occasione dei 100 anni dell'Us Grosseto. Da novembre 2014 è il vice-direttore di Grosseto Sport. Ha condotto per tre anni le trasmissioni web Il lunedì del Grifone e D lunedì c'è il Grifone. È il commentatore delle partite dell'Us Grosseto su Gs Tv e su Eleven Sports, nonché del Follonica Gavorrano e dell'Us Grosseto Primavera 3. Ha collaborato anche con Sportitalia.

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