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Intervista esclusiva: Adriano Meacci, allenatore Grosseto Giovanissimi nazionali

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luca.ginanneschi@grossetosport.com

Prima di pubblicare l’intervista che Adriano Meacci, allenatore del Grosseto Giovanissimi nazionali, ci ha concesso in esclusiva, riteniamo necessario e doveroso presentare molto sinteticamente l’Adriano Meacci calciatore per farlo conoscere ai tanti ragazzi che ci leggono. Grossetano vero, anche se nato a Francoforte, in maglia unionista ha disputato 11 campionati, giocando 238 partite e realizzando ben 100 gol (terzo bomber di sempre nella storia centenaria del Grosseto). La sua carriera professionistica, nata proprio con la maglia del Grifone, è proseguita in molti altri club. L’apice della sua carriera, però, l’ha raggiunto nel campionato di serie B ’95-’96, con il Perugia di Gaucci, dove in squadra con Massimiliano Allegri ha conquistato la serie A. In carriera, come detto, ha calcato per diversi anni i campi del calcio professionistico, vincendo, tra l’altro, anche i campionati di C2, a San Donà di Piave e di serie B, appunto con il Perugia. Una volta smesso di giocare, ha iniziato la sua carriera di allenatore nel calcio dilettantistico e da quest’anno è stato chiamato al Grosseto, dove allena la formazione dei Giovanissimi nazionali, classe ’98.

Allora mister, di nuovo a casa!

Meacci: “Sì, ovviamente sono contento di questo incarico”.

Dopo aver analizzato con lei la partita Grosseto-Gavorrano, vorremmo approfittare della sua disponibilità per parlare del settore giovanile e del suo lavoro.

Meacci: “Molto volentieri”.

Bene mister, lei ha maturato un’esperienza professionale importante come calciatore. In estate è stato chiamato dal Grosseto per proseguire il percorso di crescita della formazione Giovanissimi ‘98, iniziato da Paolo Franceschelli. Cosa le ha chiesto la società in termini di risultati ed obiettivi?

Meacci: “Con la società non abbiamo parlato di obiettivi o di risultati in termini di classifica, tuttavia è ovvio che l’obiettivo è anche quello di raccogliere punti per ben figurare. Diciamo che gli obiettivi che ci siamo dati sono di carattere diverso. Il Progetto Grosseto, come giustamente ricordava, è iniziato già da alcune stagioni. Diciamo che la finalità principale è quella di consentire ai ragazzi che sono nella mia rosa di poter crescere in termini di cultura, ma lo stesso ovviamente vale anche per gli elementi degli Allievi e della Primavera”.

Vuol dire che si lavora sulla testa dei ragazzi?

Meacci: “Sì, precisamente. E’ un lavoro importante e per nulla scontato, soprattutto considerando che questa fascia di età, ovvero i 14 anni, è per i ragazzi la soglia di accesso ad un mondo nuovo. In termini di rapporto con se stessi e con l’impegno che hanno con chi gli consente una esperienza particolare. Inoltre, si deve tener presente che per la mia categoria, molto più che per gli Allievi e la Primavera, questo lavoro è fondamentale proprio per il periodo che i ragazzi si trovano a dover affrontare in termini generali di crescita, fisica e di testa. D’altronde, non abbiamo più a che fare con dei bambini. Insomma, i ragazzi a 14 anni devono capire quello che sta alla base del professionismo, ovvero la cultura dell’allenamento”.

Quindi lavorate per far acquisire ai ragazzi, la tecnica, la tattica, ma anche come stare in campo con disciplina e, fondamentalmente, come essere atleti? Rispetto verso il lavoro del mister e dei propri compagni?

Meacci: “Precisamente. A noi servono ragazzi che comprendano il sacrificio necessario per crescere, per diventare uomini. Per questo, ribadisco, crediamo che il lavoro sia proprio di cultura. In pratica, questa non è più l’età dove in campo mentre ci si allena si fa di tutto, ci sono altri luoghi preposti a questo, lo stesso ruolo del mister non è più quello tradizionale delle scuole calcio, visto che il rapporto è necessariamente più professionale e dimensionato alle capacità del ragazzo di approcciarsi in modo autonomo al sacrificio e alla capacità che esso deve avere nel capire cosa chiedo in campo”.

Mi permetta, un po’ come succede alla stessa età, ai ragazzi, nel mondo della scuola: i due modi diversi di tenere i rapporti tra professori ed alunni, tra le medie e le superiori.

Meacci: “Esattamente, l’esempio calza a pennello e rende bene l’idea”.

Mister, quindi anche il rapporto con i genitori, si trasforma?

Meacci: “Per forza di cose! Il ragazzo, infatti, è in un’età in cui è in grado di assumersi le proprie responsabilità con una sempre maggiore autonomia e il cordone “genitore-figlio atleta” deve scomparire necessariamente. Ne va del bene stesso del ragazzo e aiuta il ragazzo a crescere come uomo. Se dopo il lavoro di crescita, nella cultura dell’allenamento che noi perseguiamo, il ragazzo è stato dotato da madre natura dei mezzi tecnici…Beh, allora possiamo sperare in qualcosa di buono”.

Dunque, l’obiettivo societario è quello di perseguire il lavoro, ma cercando di non stravolgere i gruppi?

Meacci: “Sì, guardi, i ragazzi che alleno io in questo campionato sono al terzo anno con noi, visto che la società unionista ha fatto pochissimi cambi. Quindi, il gruppo si è trovato a fare un percorso di maturazione difficile, ma sicuramente importante e questo aiuta molto anche in termini di lavoro. Comunque, quest’anno, il campionato per i ragazzi sarà un salto impressionante in termini di qualità, anche se molti di loro vengono da un’esperienza importante come quella del campionato regionale scorso”.

Qual è la differenza più grande che i ragazzi si trovano ad affrontare?

Meacci: “Nel campionato nazionale, le società tradizionalmente più radicate e con un’esperienza importante, imprimono alle selezioni un cambio di passo fortissimo. Mi spiego meglio. Fino ai campionati regionali, società come Fiorentina ed Empoli, ma aggiungerei anche Siena e non ultima Livorno, partecipano con il prodotto prettamente locale, ragazzi che provengono dal circondario. Nei campionati nazionali, invece, si fa sentire il maggior radicamento nel modo giovanile delle società professionistiche consolidate e in rosa le società iniziano ad inserire elementi che provengono dai rispettivi circuiti di scouting, nazionali e internazionali. Ed è evidente che per noi i problemi si amplificano, perché scelte di questo tipo vanno di pari passo con maggiori risorse necessarie nell’accogliere in convitto i ragazzi provenienti da fuori, assisterli nei bisogni complessivi, a cominciare dalla scuola e così via dicendo. È evidente che il campionato che giochiamo ha forze in campo diverse per i motivi che dicevo e penso che con il tempo prenderà una fisionomia precisa, magari dividendosi in due o tre tronconi dove i vari livelli di approccio e di lavoro finiranno inevitabilmente per farsi sentire”.

Quindi mi sembra di capire che, fondamentale, si possa rivelare il buon lavoro che il settore giovanile provinciale dilettantistico deve compiere, per consentirvi almeno di trovare ragazzi pronti da inserire con maggiori margini di successo. E’ corretto?

Meacci: “Ha centrato il problema. La società sta lavorando per avere rapporti con tutte le società della provincia che consentano, con il tempo, di raggiungere l’obiettivo di coordinare i metodi e l’approccio al lavoro, proprio per poter avere a disposizione buoni elementi per il settore giovanile professionistico principale della provincia”.

Mister, quindi la società alla fine dell’’anno le ha chiesto di poter traghettare più soggetti possibili nella categoria superiore?

Meacci: “Ovviamente sì. L’obiettivo è proprio quello di poter creare un serbatoio di ragazzi che possano rimpolpare le squadre Allievi e Primavera, composto, per quanto possibile, da grossetani”.

Quindi, l’auspicio, è quello di poter brindare all’esordio in prima squadra di un grossetano frutto di questo percorso, giusto?

Meacci: “Sì, sarebbe bellissimo.”.

Giornalista pubblicista, per Gs si è occupato principalmente di settore giovanile e ha seguito, come collaboratore, anche la Lega Pro. Ha collaborato, per il calcio, con la testata Dubidoo.it, primo giornale on line per ragazzi ed inoltre ha collaborato con le testate on-line Vivigrossetosport.it, Tuttob.it, PianetaB.com. Ha altresì collaborato col sito ufficiale (usgrosseto1912.it) dell'Us Grosseto ai tempi di Camilli.

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