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Calcio

Francesco Nieto, da bomber di razza alla realizzazione di un progetto rivolto a bambini e scuole calcio

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Dal sogno della serie A ad allevare giovani calciatori in erba. Dal terreno di gioco, al marketing sportivo. E’ questo il viaggio intrapreso da Francesco Nieto. Bomber di razza classe 1985, Nieto, dopo essere stato un calciatore professionista, ed aver segnato grappoli di gol nei campionati dilettantistici, ha deciso di studiare per mettersi a disposizione di un nuovo progetto, facendo forza sul patentino da allenatore, su una carriera importante da giocatore e soprattutto su un’innata passione per il calcio. Il calcio giocato resta ad oggi la sua prima passione, ed infatti Nieto sarà protagonista anche il prossimo anno. Ma intanto il centravanti si sta preparando per un nuovo ruolo, extra campo. 

Dopo il Mondiale under 20 e l’esordio in serie B la tua carriera si è sviluppata tra serie C, D e campionati minori. Cosa ti ha spinto a non mollare mai?

Il calcio per me è sempre una grande ed infinita passione. E’ sicuramente per questo motivo che ho voluto agire creando qualcosa che andasse oltre al semplice giocare ed allenare. Dopo qualche anno passato facendo valanghe di gol nei campi della provincia vengo preso dal Piacenza Calcio, squadra professionistica che milita nel campionato di serie A famosa per aver una squadra fatta completamente di italiani. Il percorso nelle giovanili, alla ricerca di un sogno infranto a causa degli infortuni”.

Può spiegarci in cosa consiste il suo nuovo progetto di vita?

Il mio obiettivo è quello di creare un vero e proprio movimento che abbia consapevolezza dei reali valori del calcio. Un progetto ambizioso, bello e stimolante. Un progetto che va ad aiutare chi ruota attorno al mondo dei bambini attraverso la mia esperienza. Si tratta di una mission divisa in due parti”.

Ovvero?

“In primis mi rivolgo ai genitori per spiegare i reali valori che il calcio può insegnare e alle società di calcio come figura di supporto per la gestione pratica degli allenamenti dei bambini e attraverso il marketing creare un protocollo che possa aiutarle nello sviluppo della loro realtà sportiva”.

La sua sarebbe quindi una figura nuova nel panorama calcistico?

“Vorrei crearmi una figura professionale da affiancare alle società per mettere a disposizione la mia esperienza e i miei anni di studio in questo sport. Inizia ad allenare i bambini dieci anni fa. Poi decisi di fermarmi perché, al contrario di molti, sentivo la necessità di formarmi. Ho così iniziato a studiare questo sport per i bambini. Ci sono dinamiche diverse rispetto al calcio degli adulti. Da come allenare, alla parte pratica, fino alla parte didattica e psicologica. Tutte componenti da approfondire, e che un istruttore deve avere”.

Genitori e scuole calcio sono quindi i soggetti a si rivolgerebbe?

“E’ un programma a lungo raggio. Della mia passione voglio fare una ragione di vita. Nel breve periodo è un progetto che verte nella spiegazione dei reali valori di questo sport ai genitori che poi dovranno mandare i bambini a scuola calcio. Spesso il calcio è visto come uno sport poco educativo, ma se fatto in una certa maniera insegna tantissimo”.

E nel lungo periodo?

“Il mio obiettivo è creare questo mondo per il bene dei bambini attraverso una corretta formazione di ciò che sta attorno ai bambini. Dare un mondo più sano, partendo dalla nutrizione, passando per gli aspetti della preparazione atletica. Mi piacerebbe creare, anche con collaborazioni, un mondo pulito per il bambino, ma per farlo bisogna creare attorno al bambino un mondo di persone formate”.

Per seguire il progetto di Francesco Nieto è possibile visualizzare il suo blog: http://www.francesconieto.it/

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