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Calcio

Us Grosseto, intervista a Riccardo Cretella: vivendo il sogno di giocare in biancorosso

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Riccardo Cretella, grossetano doc e centrocampista dell’Us Grosseto. La carta d’identità dice 1994, ma la voglia è quella di un ragazzino. Lo stesso ragazzino che da piccolo si innamorò della squadra del Grifone: «Da piccolo, ogni qualvolta potevo, ero sempre allo stadio. Ho sempre tifato il Grosseto, facevo anche le trasferte…diciamo che ero una sorta di ultras».

La prima squadra ad accorgersi del suo talento è il Siena: «La mia carriera è iniziata giocando nelle giovanili del Siena, per poi passare da quelle del Grosseto e della Fiorentina, fino ad arrivare al Gavorrano, dove poi sono entrato in prima squadra». Così, a soli 16 anni Riccardo ha iniziato a giocare con “i grandi” ed è riuscito subito a farsi notare: «Al Gavorrano è stata la mia prima esperienza nel mondo dei grandi e proprio per questo motivo è stata la squadra che mi ha formato un po’ di più, calcisticamente parlando. Ma, sicuramente, anche l’esperienza alla Fortis Juventus, ha fatto sì che maturassi molto, difatti fu la mia prima volta lontano da casa e da tutti i miei familiari e amici, avevo solo 18 anni».

Ed ecco, che dopo un’esperienza non molto fortunata nel Teramo nella stagione 2017-18, arriva la scelta di Riccardo di approdare nel Grosseto, nonostante il passaggio dalla Serie C all’Eccellenza: «Sinceramente, volevo ripartire da un posto nel quale ero sicuro di trovare delle certezze, e il Grosseto me ne ha date molte. Oltretutto siamo riusciti a vincere due campionati, e quindi ho avuto la fortuna di ritrovarmi, nel giro di soli due anni, di nuovo in Serie C, ma stavolta con la squadra della mia città».

Non solo calciatore del Grosseto, ma anche e soprattutto primo tifoso: «Ho rifiutato diverse offerte per poter continuare a giocare qua, ho un forte attaccamento alla maglia. È davvero qualcosa di speciale, un’emozione indescrivibile per me. Anche se a volte, quando le cose non vanno per il meglio, diventa pesante, perché vorrei poter aggiustare tutto. Sicuramente, se non lo vivi, non lo puoi capire».

Inevitabile anche un commento sulla situazione del Grosseto e sulla lotta per la salvezza: «Purtroppo è stata un’annata particolare, una di quelle annate in cui tutto gira per il verso sbagliato. Eravamo partiti bene, ma non siamo riusciti a vincere tante partite. C’è da dire poi che in tante occasioni siamo stati anche sfortunati, e per questo motivo, e sicuramente a volte anche per colpa nostra, ci siamo ritrovati a dover lottare per la salvezza. Non ce lo saremmo mai aspettati ad inizio anno. Adesso le cose stanno andando un po’ meglio, anche se ci manca ancora quel piccolo passo da fare per ottenere la salvezza. Credo però, anche dopo la prestazione di domenica scorsa, che sia un obbiettivo che possiamo conseguire tranquillamente, non so se tramite Playout o tramite salvezza diretta, ma ti posso assicurare che noi ci crediamo, ed è questo l’importante».

Riccardo, nelle ultime partite, si è dimostrato, oltre che un ottimo giocatore, anche un grandissimo rigorista, e alla nostra domanda di quale fosse il suo segreto, lui ci risponde così: «Non ci sono tanti segreti per tirare un buon rigore, l’unica cosa fondamentale è la tranquillità nel momento del tiro. Si tratta tutto di un gioco di nervi, sicuramente quando lo provi agli allenamenti è una cosa e quando invece sei davanti ad un pubblico è un’altra. Una cosa poi che cerco di fare sempre prima delle partite è quella di studiarmi bene il portiere avversario, anche questo è importante. Ma sicuramente, per tirare un buon rigore devi cercare di essere il più freddo possibile, questo è il segreto».

 

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