Categories: HockeyHockey

Sono 19 i recuperi da effettuare per le categorie giovanili dell’hockey su pista in Toscana e Liguria

Con la convocazione delle finali nazionali sono tramontate le ipotesi di particolari slittamenti dei campionati di zona. Le società della Toscana e della Liguria si sono incontrate via web una settimana fa ed è stato confermato lo scopo di arrivare in fondo ai campionati nella maniera migliore possibile. Come sappiamo, per la pandemia, il regolamento federale prevede la possibilità di non svolgere gare assegnando dei 10 a 0 a tavolino senza ulteriori penalità per le società che hanno scelto di non disputare la gare. Tuttavia, la linea seguita insieme alle società per la nostra zona è stata quella di vedere questa possibilità offerta dal regolamento come una ultima ratio. Nel frattempo, l’impegno è quello di continuare a giocare. Le valutazioni da fare continuamente sono molte: coniugare sicurezza degli atleti, dei dirigenti e degli addetti alla gara con l’attività agonistica è un’opera che assorbe quotidianamente le società a cui va il plauso di aver condotto fin qui la stagione e gli allenamenti con grande senso di responsabilità, equilibrio e prudenza anche oltre le maglie offerte dai regolamenti delle attività. Difficile è coniugare le opportune prudenze sanitarie con i tanti aspetti di natura emotiva che questa particolarissima fase comporta. In questo  senso, visto che il dibattito è aperto, sarebbe auspicabile che le istituzioni governative   approfondissero l’ opportunità  di ritenere anche gli sportivi come una categoria meritevole di vaccinazione. I timori che anche nell’ambiente sportivo possa essere contratto il virus sono legittimi ma mi permetto di sottolineare un aspetto fin qui forse sottaciuto: i nostri ragazzi, chiusi in casa per la pandemia, stanno perdendo dei giorni di crescita e socializzazione che non potranno essere loro restituiti. In questo contesto l’hockey su pista, continuando la propria attività  resa possibile dai  decreti governativi, sta continuando a rappresentare una  “finestra di vita” per centinaia di ragazzi che ancora possono in un contesto controllato continuare a frequentare i loro amici. La sfida è enorme ma con la determinazione e la serietà di dirigenti, genitori ed addetti ce la possiamo fare

Alberto Aloisi
Comitato Regionale Toscana Fisr
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