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Il sindaco di Grosseto scrive al presidente della Regione Rossi sulla riapertura delle attività di ristorazione

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Preg.mo Presidente Rossi
premesso che vincoli dettati a livello nazionale sono a mio giudizio più
che sufficienti, non c’è bisogno di ulteriori restrizioni non
agevolmente attuabili, a maggior ragione in una Regione-come la Toscana-
in cui i numeri dei contagi è fortunatamente inferiore a molte altre realtà.

Con mia grande sorpresa, dopo che nella videoconferenza di sabato 18
aprile us.,alla quale ho partecipato io stesso, Lei  ha affermato di
voler coinvolgere i vari soggetti Istituzionali attraverso Tavoli
territoriali ( Patto di responsabilità per la sicurezza e la ripresa)
per la definizione delle norme di sicurezza, ha firmato nello stesso
giorno l’ordinanza della Regione Toscana numero 38 del 18 aprile 2020
nella quale ha stabilito invece prescrizioni a mio giudizio:
inattuabili, insostenibili ed inaccettabili per le attività commerciali
ed il settore della ristorazione.

Ad esempio l’aumento – rispetto alle disposizioni nazionali – della
distanza interpersonale a 1,80 metri fra lavoratori e fra clienti
rischia di sferrare il colpo finale per tali attività. Una distanza
richiesta anche per i mercati all’aperto e da Lei suggerita, addirittura
al Presidente del Consiglio.

Stessa perplessità vale anche per l’indicazione della sistemazione (“ove
possibile”) dei pannelli di separazione tra lavoratori e clienti alle
casse e sui banchi, che non è certo un’ipotesi praticabile nei nostri
negozi di vicinato. Tutto ciò deve essere contestualizzato in Toscana,
11esima regione per contagi, ma – per Sua volontà – con regole più
ferree che nel resto d’Italia: il rischio è di far collassare l’economia
locale.

E indubbio che in questo modo le attività commerciali e di ristorazione
saranno ulteriormente caricate , da prescrizioni onerose (basti pensare
che già l’acquisto di mascherine per gestori e dipendenti graver sulle
casse delle attività commerciali), tra l’altro senza un corrispondente
sostegno economico.Sostegno che neanche i Comuni potranno dare, perché
non vengono erogate risorse dal Governo centrale.

È fuor di dubbio che la sicurezza debba essere al primo posto e nessuno
vuole mettere a rischio i dipendenti o i clienti delle attività, ma se
vogliamo che il commercio sopravviva il principale presupposto  è
uscire dalla crisi sanitaria.

buon senso e esperienza nel settore possono contribuire a rendere
sostenibile la pianificazione della Fase 2: altrimenti il rischio è che
si trasformi nella Fase della cessazione attività per la maggioranza dei
nostri operatori. È perciò imprescindibile ascoltare gli operatori, le
categorie produttive, i Sindaci che hanno la responsabilità dell’Ente
territoriale più vicino ai cittadini, alle attività commerciali, agli
operatori economici.

Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna

Ecco perché mi sono permesso di scrivere al Governatore della Toscana
Rossi il mio pensiero. Un altro di tanti pensieri che arricchiranno le
mie giornate lavorative in attesa che qualcosa si muova.

La lettera a Enrico Rossi è stata scritta a seguito della riunione del
Tavolo Attività produttive e commercio di ieri, coordinato
dall’assessore Riccardo Ginanneschi nell’ambito del Nucleo Fenice,
strumento pensato da questa Amministrazione per programmare la
ripartenza post-virus.

Ecco i contenuti affrontati nel corso della riunione e che ho riportato
nel documento a tutela del piccolo commercio e dei ristoratori.

I vincoli dettati a livello nazionale ESISTONO e sono più che
sufficienti. La disomogeneità dell’applicazione delle normative sulla
sicurezza rischia di creare ulteriori disagi e danni. C’è veramente
bisogno di ULTERIORI RESTRIZIONI difficilmente attuabili? Ma poi su
quali basi scientifiche, a maggior ragione in una regione – come la
Toscana – in cui il numero dei contagi è inferiore a molte altre realtà?

Concentro le mie attenzioni sull’ordinanza numero 38 del 18 aprile della
Regione Toscana anche sulla base dei numerosi appelli degli operatori
del commercio, soprattuto di ASCOM CONFCOMMERCIO e della categoria della
ristorazione, che mi stanno contattando in queste ore in preda a
legittima disperazione.

L’aumento – rispetto alle disposizioni nazionali – della DISTANZA
INTERPERSONALE A 1,80 metri fra lavoratori e fra clienti rischia di
essere il colpo finale per le nostre attività produttive.

http://toscana24.ilsole24ore.com/…/distanza-metri-illegitti…

Una distanza che varrebbe addirittura per i mercati all’aperto.

Stesse perplessità anche per l’indicazione della sistemazione (“ove
possibile” – come espresso nel provvedimento) dei PANNELLI DI
SEPARAZIONE tra lavoratori e clienti alle casse e sui banchi, che non è
certo un’ipotesi praticabile nei negozi di vicinato.

Si vanno a caricare ulteriormente le attività commerciali, con
prescrizioni onerose (basti pensare alla necessità di acquisto di
mascherine per gestori e dipendenti), tra l’altro SENZA UN
CORRISPONDENTE SOSTEGNO ECONOMICO. Questi sono aumenti dei costi di
produzione, chi se li deve sobbarcare? Se si blocca per decreto il
tessuto produttivo, lo Stato, o la Regione, deve compensare le perdite
reddituali con misure reali.

La sicurezza deve essere al primo posto, siamo tutti d’accordo e solo
uno stolto non lo sarebbe. Nessuno vuole mettere a rischio i dipendenti
o i clienti delle attività, vogliamo rilanciare il commercio e sappiamo
che presupposto imprescindibile è l’uscita dalla crisi sanitaria. Su
questo nessun dubbio, ma con quale modalità e con che tipo di gradazione?

Ma ci vuole un po’ di buon senso – e consentitemi anche un po’ di
esperienza nel settore – per rendere sostenibile la pianificazione della
Fase 2. Altrimenti il rischio vero è che si trasformi nella fase ancora
successiva, quella cioè della cessazione attività per la maggioranza dei
nostri operatori.

Ascoltiamo gli operatori, le categorie, i sindaci. Ascoltiamo le persone
che lavorano davvero e che di lavoro si intendono, un po’ di umiltà e di
capacità di ascolto, allora sì che tutti uniti, ripartiremo con
l’intelligenza e la saggezza del buon padre di famiglia.

Allego per comodità un articolo de “Il Sole 24 Ore” molto interessante
che riguarda questo argomento del 1,80 metri di distanziamento:

http://toscana24.ilsole24ore.com/…/distanza-metri-illegitti

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