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Confusione Uefa, fibrillazione Lega di A, silenzio Lnd

Nella gestione del calcio si ravvisano decisioni e valutazioni non univoche ed alquanto sparpagliate. La Uefa, nella persona del presidente Aleksander Ceferin, sembra ottimista e non vede affatto scenari oscuri: ipotizza di ripartire a metà maggio completando i vari campionati ai primi di agosto; come pure dice tutto deve essere finito sia in Champions che in Europa League. Altri soggetti non sono d’accordo o sono in confusione. La Lega di A decide alla unanimità i tagli degli stipendi ai giocatori professionisti di un terzo della retribuzione annua nel caso di mancata ripresa dell’attività sportiva o il mancato versamento di 4 mensilità lorde in caso di blocco del campionato, anche se ha evidenziato la volontà di poter finire il campionato. Di contro l’Aic (il sindacato calciatori) ha bocciato in toto la decisione del taglio ritenendolo “irricevibile e vergognoso”. Non appare affatto vergognoso e irricevibile la cassa integrazione per tutti i lavoratori che non possono lavorare anch’essi causa Covid 19, subendo decurtazioni significative sugli stipendi per non parlare poi degli autonomi e professionisti senza alcuna tutela. MEDITATE GENTE, MEDITATE. La Lnd sembra non si sia esplicitamente espressa e non ha dato ancora suggerimenti e proposte in merito alla ripresa dell’attività e forse sarebbe opportuno iniziasse a dare qualche indicazione in merito. Il presidente dell’Us Grosseto, Mario Ceri, lamenta la perdita di mancati incassi e sponsor per almeno 300.000 euro. Gesto e decisione da apprezzare quello dell’Us Grosseto di restituire al settore giovanile e alla scuola calcio le quote a partire dal 1 marzo al 31 maggio per inattività. Sarebbe auspicabile che lo Stato o chi per esso, almeno per i dilettanti, mettesse mano al portafoglio, per poter uscire da questa grave crisi che attanaglia maggiormente questo settore. Abbandonare le categorie dilettanti (dalla serie D alla Terza Categoria), che con la carenza di sponsor ed il mancato apporto delle Sagre potrebbero anche chiudere i battenti con gravi conseguenze sia per il calcio minore che per lo sport in generale, sarebbe inconcepibile. Tutto questo merita una seria e ponderata riflessione.

Pino Pisicchio

Giornalista pubblicista dal 1995. Segue il calcio dilettantistico maremmano dal 1986, già addetto stampa della ex Polisportiva Alberese. Ha collaborato con Il Tirreno, La Nazione, Il Corriere di Maremma, Radio Grifo, Teletirreno, Telemaremma e Tv9.

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