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Soddisfazioni e successi per il grossetano Stefano Mazzi tecnico della nazionale italiana Pararchery

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Grosseto. “ Da quattro anni sono un tecnico della nazionale italiana Pararchery, ovvero di atleti e atlete diversamente abili” spiega con soddisfazione il grossetano Stefano Mazzi, che dopo una intensa carriera fatta di successi ei titoli conquistati, ha deciso di rimanere nel mondo del tiro con l’arco, come allenatore della nazionale. “ Io sono entrato dopo l’olimpiadi di Rio e ho seguito la nazionale in due mondiali ed un europeo. Dovevamo anche partire, fra pochi giorni, per un allenamento congiunto in Inghilterra con la nazionale inglese, ma per il momento è stato rimandato. Era in programma ad aprile l’europeo di Olbia, ma ancora non sappiamo se la manifestazione sarà confermata. Ad ora, non possiamo programmare niente e abbiamo fermato l’attività. L’anno scorso siamo andati molto bene nel mondiale in Olanda dove abbiamo conquistato ben sette carte olimpiche, ovvero il “Pass” per andare alla competizione mondiale. Olbia ci dava la possibilità per prendere altre carte olimpiche. Sette carte olimpiche, vuol dire sette atleti, che si sono guadagnati l’accesso alle olimpiadi. Per me, è diventato quasi un secondo lavoro, con settanta giorni di trasferte e raduni vari. Ogni mese teniamo un collegiale con la nazionale. E’ un impegno importante. Venticinque giorni fa siamo stati a Dubai per un torneo internazionale. Ci è servito per capire a che punto di preparazione sono tutte le nazioni, compresa la nostra. A Dubai è andata molto bene. Abbiamo vinto sette medaglie, di cui due oro, tre argento e due di bronzo. Siamo fra le nazionali più forti al mondo. Nella racking internazionale, siamo fra le prime cinque sei posizioni. Le specialità sono l’arco olimpico, senza le carrucole e il compaund, con le carrucole. Io mi occupo del gruppo che tira con l’arco compaund, che si divide nella sezione “W1” atleti con parziale mobilità. L’altro settore il “W2” invece è riservato a coloro che sono sulla carrozzina con mobilità totale o ad atleti amputati. Nei primi due anni ho seguito la nazionale giovanile e para, poi ho deciso di dedicarmi solamente alla seconda per motivi di tempo. E’ una esperienza fantastica. Vivere l’atleta in carrozzina è una esperienza, che non si può raccontare. Coloro che si lamentano, dovrebbe vedere come i miei atleti riescono ad adattarsi a tutte le condizioni. Sono a tutti gli effetti degli atleti normo dotati e la loro condizione non gli crea difficoltà. Basta pensare, che il tiro con l’arco che è l’unico sport al mondo che si confronta con i normo dotati, tanto che una delle nostre ragazze, l’anno scorso ha vinto il campionato assoluto. Grosseto ha una bella tradizione in questo settore,ricordo anche le giovanissime Giulia Baldi e Giulia Ferrari, che gareggiano con la nazionale giovanile” Mazzi, dopo avere lasciato l’attività agonistica, sette anni fa ha seguito il corso allenatori, poi la federazione gli ha chiesto se poteva seguire le nazionali giovanili e para. Subito dopo, il grossetano ha deciso di optare per il settore Pararchery, che fino ad oggi sta seguendo a tempo pieno. Massimo Galletti

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