Grosseto Allo Zecchini passa la capolista Rieti, cui basta il gol di Barone al 26′ del primo tempo per avere la meglio di un Grifone deludente e vittima dei propri errori. Infatti, dopo il vantaggio reatino, il Grosseto ha avuto oltre un’ora per riuscire a pareggiare, ma non ha mai dato l’impressione di saper scardinare il bunker laziale, provando e riprovando monotonamente le stesse identiche soluzioni, tutte le volte arginate dalla retroguardia amaranto-celeste. Inutile cercare di salvare il salvabile, perché oggi la truppa di Giacomarro ha fallito miseramente la partita-verità, quella che avrebbe potuto e dovuto rilanciare le ambizioni in chiave campionato del club maremmano. Una sconfitta pesantissima, un ulteriore passo indietro nel gioco e in classifica, visto che il Rieti ora è lontano 5 punti, ma la stessa Viterbese ha incrementato il proprio vantaggio sui biancorossi, apparsi allo sbando e senza spirito di reazione. L’impegno no, quello a nostro modo di vedere c’è sempre stato, ma ciò non è bastato né in passato né oggi per vincere un incontro decisivo. Pesano, in particolare, i punti persi col Lanusei, ma anche la sconfitta a Civita Castellana. Oggi, però, niente scuse, nessuna giustificazione. Il Grosseto è stato battuto da un avversario semplicemente più forte, da una squadra costata poco più di 200 mila euro e guidata da un tecnico umile e preparato come Fabrizio Paris. Questo ha detto il campo. Buffo, poi, che la prima sconfitta stagionale del Grifone sia arrivata in Sabina e quella di oggi, la quinta, ancora di fronte agli amaranto-celesti. Un segno del destino per mister Giacomarro, ormai sfiduciato pubblicamente dal presidente Pincione e, forse, anche da qualche elemento della rosa. Un vero peccato, perché i campionati a volte si vincono per degli episodi e per il Grosseto, quando è servito, questi sono stati sempre negativi. Tuttavia, vale la pena ricordare che l’ennesimo gol subito è giunto sugli sviluppi di un calcio piazzato dove un difensore biancorosso è saltato a vuoto favorendo l’intervento decisivo del giovane Barone. Trovato il gol, poi, tra l’altro già sfiorato con la traversa di Marcheggiani, per il Rieti è stato facile controllare il gioco del Grosseto, tanto che Zonfrilli non ha dovuto effettuare alcun intervento degno di nota. Come detto, il Grifone ha avuto alcune buone opportunità, come nel primo tempo con Palumbo, il cui tiro è passato di un niente sopra la traversa oppure nella ripresa, dove il diagonale di Zotti e la girata di testa di Patierno avrebbero potuto regalare il pari, ma tiri veri, parati da Zonfrilli, di fatto non ci sono stati e questo la dice lunga sulla crisi dell’attacco più forte del girone. I reatini, da parte loro, hanno giocato la partita perfetta, coperti a tratti e sfrontati in altri momenti, ma col piglio della grande squadra, con la mentalità giusta per vincere il campionato. Forse i laziali non sono i più forti a livello di singoli, perché Viterbese e Torres, tanto per fare dei nomi, hanno individualità migliori, ma come squadra la classifica parla chiaro. Dunque, in uno Zecchini avvolto da un cielo plumbeo, sferzato dal vento e bagnato da una fastidiosissima pioggia, è uscita vincitrice la squadra più forte, il Rieti, che ha saputo “tirar fuori le palle” come solo i grandi gruppi, quando conta, sanno fare. Per il Grifone, invece, l’ennesima bocciatura e l’addio ai sogni di gloria.
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