La storia dello Stadio Carlo Zecchini

Qualche settimana fa avevamo ripercorso il lungo cammino degli impianti sportivi nella storia centenaria dell’Unione Sportiva Grosseto, stavolta ci concentriamo sull’attuale Stadio  Carlo Zecchini.

Vi ricordate? Avevamo scovato e pubblicato una fotografia risalente al periodo bellico in cui si scorgeva la sagoma inconfondibile dell’attuale stadio, seppure ancora incompleto ed in costruzione, sotto una malaugurata pioggia di ordigni.
Quella foto ha stuzzicato la nostra fantasia e siamo andati a spulciare vari volumi alla ricerca delle origini dell’impianto sportivo di viale Veterani dello Sport. Cosa abbiamo scoperto?

Torniamo agli anni Trenta del Novecento, precisamente al 5 agosto 1938. Quel venerdì estivo è una data importante: si tratta del giorno in cui l’ingegnere Umberto Tombari ebbe dalle autorità cittadine l’incarico di progettare il nuovo stadio.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1939, ma il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra ed i lavori vennero sospesi fino al termine del tragico conflitto mondiale in cui Grosseto subì gravi danni ed ingenti perdite di vite umane.

Nel 1948 venne approvato il piano di ricostruzione della città e ripresero anche i lavori su progetto di Raffaello Fagnoni, Enrico Bianchini e Dagoberto Ortensi, mentre la direzione dei lavori fu affidata ad Umberto Tombari.

Da più parti nel corso degli è stato fatto il nome di Pier Luigi Nervi come progettista dello stadio grossetano, ma sul fatto che il grande ingegnere ed architetto nativo di Sondrio possa aver disegnato l’impianto sportivo non sussistono prove oggettive. Quello che è certo è da lui vennero progettati gli impianti sportivi delle Olimpiadi di Roma 1960 ed esistono suoi disegni di tribune analoghe a quelle dello stadio Zecchini. Da sempre, inoltre, si dice che anche il muro di cinta in pietra dello Stadio Zecchini sarebbe una idea di Pier Luigi Nervi.

Il 18 ottobre 1953 lo stadio venne inaugurato in una veste ancora incompleta, mentre le tribune furono completate proprio in vista delle Olimpiadi e questo avvalorerebbe l’ipotesi della mano di Nervi a Grosseto; non bisogna dimenticare che, nel 1935, l’ingegnere aveva progettato le aviorimesse dell’idroscalo di Orbetello.

Da ricordare come l’impianto abbia ospitato l’amichevole preolimpica Italia-Francia il 5 giugno 1960 con il futuro biancorosso Noletti in campo e ben tre match del torneo olimpico di calcio acquisendo la denominazione ufficiale di Stadio Comunale Olimpico. Nel 1991, nel 2002 e nel 2006 lo stadio ha ospitato incontri della nazionale Under 21 azzurra, mentre sono molti i concerti che nel corso degli anni vi sono stati tenuti: tra gli altri ricordiamo Vasco Rossi nel 1989, ma anche Fabrizio De André nel 1991 ed anche una tappa del Cantagiro nei primi anni Settanta. Tutto questo senza dimenticare i grandi meeting di atletica leggera organizzati negli anni sessanta e negli anni ottanta-novanta con lo storico rientro di Pietro Mennea nel 1987.

Lo stadio attuale, dedicato dal 3 settembre 2004 alla memoria del grande bomber Carlo Zecchini, è ben diverso da quello delle origini e sono molti i lavori di ristrutturazione che lo hanno reso sempre più confortevole: negli anni ottanta la gradinata è stata migliorata nettamente, nel 1991 sono iniziati i lavori di copertura della tribuna su progetto dell’ingegnere Antonio Farolfi completati soltanto nel 1996, infine nel nuovo millennio sono stati effettuati i lavori più importanti con la costruzione delle nuove curve integrate con strutture metalliche in occasione del passaggio in serie B della squadra unionista.

La struttura sente forse un po’ il peso degli anni ed avrebbe bisogno di ulteriori migliorie, soprattutto i disabili sono penalizzati non potendo contare che su una visione parziale del terreno di gioco dal settore a loro destinato, ma è qui che si sono vissute le pagine più belle della storia calcistica grossetana e per ogni vero tifoso unionista lo Zecchini sarà sempre un luogo dove piangere, gioire, esultare ed emozionarsi nel nome della passione biancorossa.

Giulio De Paola

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