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Calcio

Carparelli: un pezzo del mio cuore è a Grosseto

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Marco Carparelli (1976) nella sua lunga carriera ha indossato molte maglie importanti come quelle del Genoa e della Sampdoria, ma ha militato anche in squadre toscane come l’Empoli, il Pisa ed ha giocato un paio d’anni con il Grosseto nella serie cadetta. Era l’estate del 2007 quando approdò in Maremma, proprio mentre il club unionista si apprestava ad iniziare l’avventura in serie B.

Ricordi il tuo esordio in serie A con la maglia della Sampdoria?
<<Me lo ricordo come se fosse ieri. Militavo nella Primavera della Sampdoria, ma mi allenavo con la prima squadra. Erano le 17.00 di un sabato, in vista della sfida all’Olimpico, tra Roma e Sampdoria, quando mister Eriksson mi chiese se me la sentivo di partire titolare. Risposi di sì, senza pensarci due volte. Non posso scordare l’entrata in campo: sotto il tunnel sentivo cantare l’inno della Roma da 80.000 persone e mi tremavano le gambe. Vincemmo 4-1 con doppietta di Mancini, autorete di Aldair e gol di Montella>>.

Una parte importante della tua carriera l’hai vissuta al Genoa.
<<Arrivai al Genoa il 14 agosto 1999. Rimasi in rossoblù per quattro anni collezionando 129 incontri giocati e mettendo a segno 41 gol. Il 20 marzo 2000, era un lunedì sera, giocammo il famoso derby della Lanterna che fu deciso da una mia rete di testa proprio sotto la gradinata Nord, quella dei tifosi genoani>>.

Nell’estate 2007 sei arrivato a Grosseto.
<<Giocavo nella Cremonese ed ero allenato da Giorgio Roselli, che a fine campionato passò al Grosseto. Quando firmò, decise di portarmi con lui ed accettai di tornare in Serie B. A Grosseto mi sono ambientato subito, trovandomi benissimo. Ricordo di aver realizzato la prima rete del Grosseto in Serie B a Bergamo contro l’Albinoleffe: segnai su rigore, anche se perdemmo 2-1. La settimana seguente giocammo in casa contro il Rimini, vincemmo 2-1, feci doppietta e regalai la prima vittoria al Grosseto in cadetteria. Seguo ancora il Grosseto e mi sento spesso con i miei ex compagni e con gli amici maremmani. Inoltre, conservo tuttora una grande stima nei confronti del presidente Camilli>>.

La tua carriera non è ancora conclusa.
<<Gioco ancora e lo farò fino a quando il fisico me lo permetterà. Sto bene, fortunatamente, e non ho intenzione di appendere le scarpe al chiodo. Adesso milito nel Millesimo, vicino a Savona. Tuttavia, inizio a pensare a quando smetterò e sto prendendo il patentino di allenatore>>.

C’è qualche giocatore nelle serie maggiori in cui ti rivedi?
<<Credo di non rivedermi in nessuno. Ormai il calcio è cambiato: i giovani di adesso sono presuntuosi, si sentono già tutti giocatori professionisti. Una volta si accettavano i consigli, non si rispondeva e si andava avanti cercando di fare sempre meglio. Mi ricordo che quando iniziai nella Sampdoria sembravo un tutto fare: stavo zitto e pedalavo… Per fortuna, ero entrato nelle grazie di Mancini, che mi aiutò tanto e mi insegnò a stare nel mondo del calcio. È una persona eccezionale, che stimo molto>>.

Cosa porti dentro di te delle molte esperienze che hai avuto nel mondo del calcio?
<<Tutte le esperienze rimangono dentro di me e le rifarei senza dubbio; penso anche agli anni bellissimi che ho vissuto in Toscana. Il nostro lavoro ci porta a dover cambiare spesso città, conoscere gente nuova e, ovunque sia andato, ho trovato persone splendide che mi hanno regalato varie emozioni. A Grosseto ho lasciato una parte di cuore perché proprio lì è venuta al mondo mia figlia Vittoria ma, calcisticamente parlando, la piazza migliore per me è Genova. Sono genoano e i genoani hanno quel qualcosa in più che non si può spiegare. Davvero. Solo chi, come me, ha avuto la possibilità di indossare quei colori può comprendermi>>.

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Stai zitto pagliaccio, ti pagavano come tu fossi ibrahimovic.

A dire la verità la doppitta contro il Rimini arrivò 15 giorni dopo Bergamo, nel mezzo il pareggio allo Zecchini contro il Cesena. Comunque grande Carparelli, aveccelo ora…

Diciamo che non era più il Carparelli dei tempi di Genova e la sua esperienza in biancorosso fu condizionata da un grave infortunio, ma nel primo grifone in serie B mi dette l’impressione di un giocatore di personalità, in particolare ricordo benissimo la sua doppietta contro il rimini sotto la curva nord ed anche la sua corsa sotto la tribuna centrale dopo il gol su rigore al Pisa davanti a 7000 spettatori, bei ricordi

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