Non si placa la polemica sulla conduzione di gara dell’arbitro Mainardi nella partita di sabato scorso allo Zecchini. Agli errori di valutazione e alla assoluta discrezionalità nella gestione dei cartellini, che sono costati al Grosseto punti importanti, si somma la beffa dell’accanimento, derivante dal referto che l’arbitro ha redatto al termine di una sciagurata prestazione. Curioso che proprio la squadra ospite, appena la settimana prima, si fosse lamentata tantissimo del trattamento ricevuto nella partita precedente. Compensazione? Ci auguriamo proprio di no e allontaniamo con forza questa idea dai nostri pensieri. Il giudice sportivo, in base a quanto scritto dal direttore di gara, non ha potuto che applicare la mano pesante, ben € 5.000,00 di multa per proteste e offese ricevute nella pancia dello Zecchini (ben poca cosa, però, rispetto ai 15.000,00 euro con diffida del campo che l’arbitro Rosetti, a causa del suo referto, fece arrivare al termine di un infuocato Grosseto-Livorno di alcuni anni fa, ndr). È chiaro a tutti che le proteste non sono ammesse, soprattutto quando oltrepassano un certo limite. Ma nella pancia dello Zecchini non c’eravamo e non possiamo dire se quanto riportato dall’arbitro sia esagerato o meno.  Certo è che il potere insindacabile degli arbitri può portare anche a volersi fare giustizia calcando la mano (ma senza violenza fisica, sia chiaro). Cattivi pensieri? Forse, ma viene da chiedersi: perché stupirsi? In fin dei conti, nell’era Camilli il Grosseto si è visto defraudare in tantissime situazioni. Pensiamo a pesantissimi gol regolari annullati (come in Grosseto-Rimini, arbitrato da Romeo, nelle semifinali play-off di C2), a rigori inesistenti contro (su tutti, quello assolutamente inventato nei minuti di recupero a Vicenza, in Serie B, che ha tagliato le speranza di salvezza), espulsioni a go-go (in Livorno-Grosseto 4 a 1, in B, semifinale di ritorno dei play-off diretta da Celi) ecc… La lista è veramente lunga e l’omertà che sta nel non poter leggere i referti arbitrali, soprattutto per quello che accade al di fuori del rettangolo verde, lascia lo spazio ai dubbi. Quindi, risposte certe non ce ne possono essere. Allora, non rimane che concentrarci su quello che abbiamo visto con i nostri occhi. Qualcuno dirà che si tratta delle solite lamentele, può darsi, ma quando la misura è colma, il problema o i problemi riscontrati vanno affrontati e non elusi o negati, come tenterebbe di fare qualche collega. Non possiamo continuare con un atteggiamento remissivo che sta dietro alle solite frasi di circostanza (<<Colpa del Grosseto che ha dei limiti>>, <<Non cerchiamo scuse>>, ecc.), perché chi scrive ritiene di conoscere bene tanto i limiti che i difetti della squadra e li sottolinea attraverso la redazione di una pagella al termine di ogni match dei biancorossi, venendo criticato per essere stato troppo duro o per aver dato voti troppo alti. Va da sé che valutare squadra, giocatori e arbitro, non è cosa semplice ed è pur sempre un’azione soggettiva. Sono molte, poi, le componenti di cui si deve tener conto in fase di valutazione e l’occhio del giornalista non può essere quello del tifoso. Detto questo, il giudizio sulla componente fondamentale della partita, ovvero la terna arbitrale, quella che dovrebbe consentire alle squadre in campo di affrontarsi con le proprie armi, mettendo sul tappeto erboso pregi e difetti per portare a casa il migliore risultato possibile, non può divenire elemento condizionante né essere immune da valutazioni sul proprio operato. Certo, gli errori arbitrali esistono come gli errori tecnici o tattici dei giocatori che si sommano a quelli degli allenatori. Questo sì che è un elemento che fa parte del gioco ed è da accettare. Tuttavia, quando gli errori diventano arroganza e supponenza, allora no. Quello che stupisce maggiormente è che l’arbitro Mainardi abbia trovato il tempo per riportare nel suo referto anche fatti accaduti all’esterno del rettangolo di gioco e fuori dalle strutture di pertinenza dello stadio. Davvero vuol farci credere che i cori dei tifosi, da lui stesso esasperati nel corso dell’incontro, lo abbiano intimorito a tal punto da richiedere espressamente di essere scortato? Strano che non abbia avuto lo stesso timore nell’applicare scelte palesemente non conformi al Regolamento, quando le scelte attuate anche nelle situazione di dubbio, sono state esclusivamente a danno di una squadra, ovviamente il Grosseto (il primo gol ospite in sospetto fuorigioco, valutato regolare e il 3 a 3 dei padroni di casa annullato; la rete convalidata alla squadra ospite in evidente fuorigioco che, di fatto, ha regalato loro i tre punti). Perché, poi, non parlare delle mancate remore dell’arbitro quando ha accennato a prendere il cartellino giallo per il capitano spallino Togni, già sanzionato, salvo poi cambiare idea? Il giocatore, già ammonito, sarebbe stato giustamente espulso, invece è rimasto impunemente in campo, contribuendo alla causa ferrarese. Errori come quelli raccontati sono così evidenti da alterare, nella sostanza, l’esito stesso dell’incontro ed è pertanto comprensibile l’indignazione della piazza grossetana. Comunque, Grosseto non è certo piazza calda o famosa per episodi violenti, pertanto se Mainardi si è sentito intimorito per dei cori, viene da pensare che non possa reggere la pressione di piazze molto più numerose ed irriverenti di quella maremmana. Insomma, è arrivato il momento di dire basta, perché negli ultimi anni il Grosseto ha già pagato grosse ingiustizie sportive, che non hanno trovato e non trovano compensazione nella normale dinamica dell’errore contro o a favore (quello casuale). È giusto sottolineare che la Grosseto calcistica è in ampio credito per i torti e le prevaricazioni di giocatori e arbitri. Grosseto non chiede piaceri o compensazioni postume. La Grosseto calcistica chiede una sola cosa: RISPETTO! Che al sistema non sia andata giù la vittoria nel processo sportivo che avrebbe voluto cancellare questa società e chi la rappresenta? Chiediamo che ci tolgano i dubbi mandando allo Zecchini terne arbitrali normali. In fondo, non riteniamo di essere di parte nel sostenere queste opinioni. Cosa dovremmo dire, allora, di un giornale cartaceo che, a seguito di decisioni arbitrali in un recente match di Serie A, ha scritto in prima pagina <<Campionato falsato>>? Sabato scorso a Grosseto è stato falsato il campionato? Questo non lo sappiamo, ma sicuramente tali episodi possono incidere su quello del Grifone e per la piazza grossetana ciò è più che sufficiente per alzare gli scudi.

Luca Ginanneschi

Giornalista pubblicista, per Gs si è occupato principalmente di settore giovanile e ha seguito, come collaboratore, anche la Lega Pro. Ha collaborato, per il calcio, con la testata Dubidoo.it, primo giornale on line per ragazzi ed inoltre ha collaborato con le testate on-line Vivigrossetosport.it, Tuttob.it, PianetaB.com. Ha altresì collaborato col sito ufficiale (usgrosseto1912.it) dell'Us Grosseto ai tempi di Camilli.

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