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Calcio

Sabatini: Se ai miei tempi ci fosse stato Camilli…

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Vincenzo orgoglio nostro. Per molto tempo allo stadio Zecchini si è visto uno striscione con scritte queste parole che suonano come una autentica dichiarazione d’amore. Il sentimento della tifoseria grossetana è stato sempre ricambiato da Vincenzo Sabatini, per tutti “Tyson”, storico portiere unionista dal 1990 a quell’Autunno del 1994 in cui lasciò la squadra a causa di un problema con un esponente della dirigenza dell’epoca.

– Cosa ricordi del tuo esordio con la maglia del Grosseto?

Ricordo bene il mio esordio con la maglia del Grosseto, l’emozione e l’atmosfera che respiravo quel giorno. Era l’8 Dicembre 1990, giocavamo a Gialeto in Sardegna e la partita finì 0-0. Feci una buona prestazione, ricordo che ricevetti i complimenti degli altri giocatori e di Mister Landoni.

– Hai qualche partita che ricordi con particolare piacere, legata ad una tua bella prestazione tra i pali o ad una vittoria del Grosseto?

Quella contro la Viterbese a Grosseto nel 1992, quando con il pareggio gli facemmo perdere il campionato ed il match contro il Rieti nel 1990-91. Queste Due partite mi sono rimaste nel cuore, ma sono davvero tanti i miei ricordi legati ai colori biancorossi.

– Come nasce il tuo storico soprannome “Tyson”?

Quel soprannome me lo diede il compianto giornalista Paolo Francalanci ed è legato al mio fisico, alla mia muscolatura.

– Eri uno dei simboli della squadra biancorossa, quando nel corso della stagione 1994-95 lasciasti il Grosseto. Come è proseguita la tua carriera?

Lasciai il Grosseto per colpa di una persona che poi ha fatto male alla società biancorossa e la mia carriera è proseguita con la maglia della Pianese, nel Pitigliano, a Rosia, nel Montalcino. Dopo aver giocato nel Montalcino, sono tornato in Provincia di Grosseto giocando ad Albinia, ad Orbetello, nello Scansano, ancora ad Orbetello ed ora nel Manciano.

– Nell’Estate del 1995 tornasti a vestire la maglia del Grifone, scendendo in campo nell’unica amichevole giocata contro il Livorno: la squadra che non disputò mai la serie C2 dove sarebbe potuta arrivare?

Quella era una buona squadra, avevamo già creato un buon gruppo in quei pochi giorni di ritiro. Anche se scendemmo in campo soltanto in una amichevole, posso dire che potevamo ambire ad una salvezza tranquilla o anche qualcosa di più. In quella squadra militavano anche Pilleddu e Manfredini, con cui sono ancora in contatto.

– Nel corso degli anni sei diventato un “uomo-record”.

E’ vero, nel 1993-94 ottenni il record di imbattibilità con la maglia del Grosseto, ben 723 minuti. Successivamente, dal Novembre 1994 al Maggio 2009 sono sempre sceso in campo, senza saltare una partita.

– Pensi che in Provincia ci sia un nuovo Tyson?

Sinceramente no, perché credo che ogni portiere debba essere se stesso e non è facile fare paragoni.

– Rispetto a quando hai iniziato a giocare, il ruolo del portiere è cambiato notevolmente: come hai vissuto i cambiamenti che si sono succeduti?

Rispetto ai miei esordi è cambiato tutto, ma non sono un nostalgico e credo che sia importante il lavoro oggi come all’epoca in cui è iniziata la mia carriera.

– Chi erano, o chi sono, i tuoi modelli tra i pali?

Mi sono sempre ispirato a Dino Zoff, ma fisicamente assomiglio a Peruzzi come testimonia il soprannome “Tyson” con cui veniamo soprannominati entrambi…anche se il primo ad essere chiamato “Tyson” sono stato io!

– Pensi che tra i tuoi compagni di squadra che hai avuto negli anni ci sia stato qualcuno che ha raccolto in carriera meno di quanto meritasse?

Un nome su tutti: l’ex giocatore del Grosseto, Francesco Bindi.

– Secondo molti sportivi ed addetti ai lavori avresti potuto farti valere anche nel calcio professionistico. Sei soddisfatto della tua carriera?

Ritengo di aver avuto una buonissima carriera: avrei potuto dire la mia anche tra i professionisti, ma non mi lamento di quello che ho ottenuto.

– E’ cosa nota che sei rimasto sempre legato al Grosseto ed ai suoi tifosi, vuoi rivolgere loro un saluto come conclusione di questa intervista?

Vorrei, prima di tutto, rivolgere un ringraziamento a Moreno Dottarelli, storico preparatore dei portieri unionista, a cui devo moltissimo. Sono un tifoso del Grosseto, lo sono sempre stato e sempre lo sarò: anche quando non ho più giocato in questa squadra, ho continuato ad andare allo stadio a vedere le partite. Sono un tifoso vero e sono contro i gufi che godono nei momenti di difficoltà della squadra. Mi dispiace soltanto di non aver avuto Camilli come Presidente: probabilmente, se ci fosse stato lui quando discussi con quella certa persona che ha voluto male al Grosseto, le cose sarebbero andate in maniera diversa.

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