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Baseball

Jacopo Piccini racconta lo scudetto dell’Enegan Grosseto

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Abbiamo avvicinato Jacopo Piccini, lanciatore dell’Enegan Grosseto Baseball campione d’Italia di serie A federale e protagonista della finale vinta dai biancorossi contro i Black Panthers Ronchi dei Legionari. Il diciannovenne pitcher è l’autore dello strike-out dello scudetto e si può considerare una delle sorprese più piacevoli della stagione dell’Enegan Grosseto.

– Jacopo, come si sta da campioni d’Italia?

E’ una sensazione incredibile, infatti non ho ancora realizzato quello che siamo riusciti a fare.

– Qual è il ricordo che ti porti dentro di questa finale contro il Ronchi? Puoi raccontare ai tifosi la finale del Gaspardis dal tuo punto di vista?

Uno dei ricordi di questa finale che mi porterò sempre nel cuore è l’abbraccio dopo l’ultimo lancio con Antonio Giovannini. La gioia che ho provato in quel momento è stata veramente indescrivibile. La finale è stata per me un alternarsi di emozioni intense e contrastanti: dalla piccola esaltazione per il primo punto segnato, e dico piccola perché sapevo che nulla era ancora fatto, alla tensione e alla tristezza per i punti subiti fino alla felicità per il nuovo vantaggio. Ovviamente lo strike-out finale è una storia a parte.

– Ripercorri la stagione 2014, che ha rappresentato la tua prima esperienza in serie A federale.

Questo anno mi ha aiutato a crescere sia a livello personale che a livello tecnico. Soprattutto grazie all’aiuto dei veterani che, oltre a validi consigli sul gioco, hanno anche aiutato a migliorare l’approccio mentale sia negli allenamenti che in partita. Dei momenti particolari per me sono stati la prima partita da partente nell’opening day contro il Viterbo, la vittoria contro il Padule al tie-break che ricorderò come una grande sfida personale ed infine gara3 della finale dove fino al nono inning pensavo che avremmo perso.

– Hai 19 anni, ma sei quasi da considerare un veterano. Hai esordito con il Bbc, hai disputato la IBL2 con il Grosseto Baseball e la C nel 2013 per poi essere protagonista quest’anno. Qual è il segreto della tua crescita?

Devo dire che, sinceramente, non mi sento un veterano. Mi viene da dire che non c’è un vero segreto: ho sempre cercato di fare quello che mi veniva detto, provando ogni volta a perfezionarmi.

– Sul monte di lancio hai sempre dato l’impressione di grande lucidità e freddezza, grandi doti per un lanciatore. Quanto hanno contato queste doti a Ronchi nel momento decisivo?

Non so come la gente mi abbia visto in quell’occasione ma io posso dire che non ero calmo per niente. L’emozione e la consapevolezza dell’importanza del momento hanno fatto sì che non mi sentissi freddo come al solito.

– Sei stato uno dei protagonisti della stagione biancorossa, ma non sei stato l’unico giovane esploso in questo 2014. Cosa vuoi dire sui ragazzi provenienti dal vivaio che hanno finalmente trovato spazio in questa stagione?

Spero che anche loro si sentano migliorati come mi sento io. Secondo me, in questa stagione siamo veramente cresciuti e forse quello tecnico è solo uno dei tanti aspetti che abbiamo migliorato.

– E sui veterani?

I veterani hanno aiutato molto la squadra, soprattutto nei momenti difficili come a Ronchi, e sono anche riusciti a trasmettere un po’ della loro esperienza a noi giovani.

– Una squadra è vincente grazie anche alla coesione tra i vari elementi ed avete dato grande prova di compattezza nel corso della stagione.

Non sbagli. Anche se durante la stagione ci sono stati momenti più difficili siamo sempre riusciti ad uscirne come gruppo ed il nono inning di gara3 a Ronchi ne è l’esempio lampante.

– Torniamo a Sabato 4 Ottobre, ore 18.01 al Gaspardis di Ronchi dei Legionari. Sei sul monte di lancio, manca un solo out e la palla sta viaggiando verso il piatto di casa base. Cosa hai provato quando ti sei reso conto di aver siglato lo strike-out decisivo?

Anche se lì per lì non ci ho pensato, ho sentito esplodermi dentro una grande gioia e il mio pensiero è stato “E’ fatta”. Dopo, quando ci ho riflettuto mi sono sentito molto orgoglioso.

– C’è qualcuno a cui vuoi dedicare questo scudetto?

Lo dedico alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, a lla mia ragazza Claudia che mi ha aiutato nei momenti più difficili, agli amici che sono venuti allo stadio e ai tifosi che dalle tribune dello Jannella hanno sofferto insieme a noi. Vorrei concludere questa intervista salutando calorosamente tutti i tifosi che sono venuti a vederci e rivolgere loro già un invito per l’opening day della stagione 2015.

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