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L’Ombrone tra canoa e bici: due giorni sul fiume a cinquant’anni dall’alluvione

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Due giorni per vivere e amare il fiume Ombrone, mezzo secolo dopo l’alluvione.Comitato provinciale Uisp e Associazione Terramare organizzano due iniziative, una in bicicletta e l’altra in canoa, nelle giornate di sabato 5 e domenica 6 novembre. “La ciclopasseggiata sull’argine del fiume e su un tratto urbano, sabato 5 novembre – spiegano Alberto Barazzuoli e Sergio Perugini, vicepresidenti Uisp – avrà inizio dal luogo dove cinquant’anni fa si creò il varco che provocò l’inondazione della città di Grosseto. Dopo aver visitato i luoghi nei quali ancora oggi sono vive le tracce di quanto accaduto, la pedalata farà ritorno all’Hotel Il Parco”.  Qui, attorno a mezzogiorno (ritrovo alle 9, partenza alle 9,30) sarà offerto un aperitivo ai partecipanti. Sull’escursione c’è l’incognita maltempo, che è invece una vera e propria spada di Damocle sulla prevista traversata integrale del corso d’acqua, tra Buonconvento e Istia d’Ombrone. “L’idea – spiega Claudio Venturi della Croce Rossa, uno degli organizzatori – è quella di percorrere il tratto Buonconvento-Paganico sabato, quello Paganico-Istia domenica. Ma al momento il livello d’acqua rende l’Ombrone non navigabile, specie nella prima parte. E’ prevista pioggia, questo è un bene, ma la nostra priorità è quella di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti, quindi monitoreremo la situazione nelle prossime ore e poi decideremo”. “La discesa dell’Ombrone – spiega Angelo Gentili, membro della segreteria nazionale di Legambiente – è un’ottima occasione per ricordare l’alluvione del 1966, i rischi e le potenzialità legate al fiume. È di fondamentale importanza valorizzare l’Ombrone attraverso un’opera costante di manutenzione e tutela, ma altrettanto urgente è avviare al più presto il contratto di fiume, strumento di programmazione strategica che coinvolge gli attori locali nella salvaguardia del rischio idraulico”. “Il fiume Ombrone rappresenta un elemento naturale importantissimo per il nostro territorio – conclude Maurizio Zaccherotti, Associazione Terramare e acquaviva Uisp – Un ecosistema indispensabile per la vita di molte specie animali e vegetali che deve essere tutelato e valorizzato. Troppo spesso l’Ombrone viene considerato come un elemento distruttivo, pericoloso, che necessita di interventi drastici di regimazione. Non possiamo ragionare così. Dobbiamo adottare una strategia di riqualificazione fluviale che metta insieme sicurezza e conservazione della natura”. Dibattito attuale, considerando l’attuale situazione: “L’Ombrone per i canoisti è uno dei fiumi più belli d’Italia, ma è un fiume che soffre. Soffre per i tagli della vegetazione sulle sponde, che se non eseguiti in maniera corretta possono creare l’aumento dell’erosione e del deposito di ghiaia sul letto. Così il già scarso fondale diventa ancora più basso, mentre al contrario durante una piena l’esondazione diventa più facile e aggressiva. Diciamo che una gestione appropriata permetterebbe a tutti di fruire in maniera più completa dell’Ombrone prevenendo eventuali pericoli”.  “Uisp e in particolare l’area acquaviva – ricorda Zaccherotti – organizzando le varie discese fluviali di monitoraggio di questo fiume hanno dato vita a un archivio dettagliato di emergenze e punti di particolare interesse che il fiume possiede, rendendosi disponibile con gli enti preposti a realizzare il prima possibile le basi per un contratto di fiume Ombrone. Con le discese fluviali in gommoni soft rafting abbiamo dato ulteriormente prova della nostra capacità di coinvolgimento della popolazione e ai non esperti la possibilità di vivere il fiume attraverso lo sport”.

 

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