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Calcio

Stefano Ferri: In Maremma ho vissuto stagioni importanti

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Stefano Ferri (1970) è stato un simbolo del Grosseto negli anni Novanta ed è tuttora uno dei giocatori più amati e ricordati dalla tifoseria che non ha mai dimenticato le sue magie che gli valsero il soprannome di “Gioiellino”. Vedere in campo l’attaccante livornese con quella maglia biancorossa ed i capelli lunghi riportava alla mente, fatte le debite proporzioni, un certo George Best del Manchester United. Quattro anni di magie in biancorosso conclusi, però, in maniera improvvisa nel Dicembre del 1999 con il passaggio all’Aglianese.

– Qual è stata la rete più bella che hai siglato con la maglia del Grosseto?

Ne ho segnate molte, ma penso che la più bella sia quella che siglai alla Biellese in quel fantastico 1994-95. Fu una rete importante per l’annata del Grosseto.

– Sei ancora in contatto con qualche tuo compagno di allora?

Eravamo un bel gruppo e mi sento ancora con Alessandro Costa, il mio compagno di reparto. Ogni tanto mi vedo con David Nannipieri, visto che anche lui abita a Livorno come me, e ogni tanto mi sono visto in questi anni anche con Mister Bresciani. Qualche anno fa mi capitò di incontrare proprio il Mister allo stadio Armando Picchi di Livorno in occasione di una partita degli amaranto.

– Come si è sviluppata la tua carriera?

Arrivai a Grosseto la prima volta nel 1994 proveniente dal Rapallo, poi andai a Terni e per qualche mese al Ponsacco prima di passare al Cecina nel Novembre 1996. L’anno seguente lo iniziai a Sanremo, ma a Novembre tornai a Grosseto. In biancorosso rimasi fino al Dicembre del 1999 conquistando la promozione in serie D nello spareggio contro il Renato Curi, una partita indimenticabile. Lasciata la Maremma, la mia carriera proseguì nell’Aglianese per poi andare un anno alla Cuoiopelli. Ho speso, infine, gli ultimi anni della mia carriera in squadre minori dell’area livornese scendendo in campo fino a 36 anni.

 – Nello storico triangolare disputato a Grosseto con Fiorentina e Napoli facesti faville.

Me lo ricordo bene. Era l’Agosto del 1998 e in quel triangolare siglai una bella rete che valse la vittoria biancorossa sul Napoli, che militava allora in serie B ed era allenato da Ulivieri.

– Si parlò, all’epoca, di un interessamento delle Due squadre nei tuoi confronti.

Le cose non stanno esattamente così. In realtà ci furono soltanto dei complimenti da parte dei tecnici Ulivieri e Trapattoni. Ulivieri mi conosceva già, poiché in precedenza c’era stata davvero una trattativa che non andò in porto quando allenava il Bologna. Anche Trapattoni mi fece i complimenti, ma vere e proprie trattative con Napoli e Fiorentina proprio no, non ci furono. Si informarono sull’età, mi fecero i complimenti, ma ero già vicino ai Trent’anni ed era troppo tardi per me.

– Nella tua carriera sei arrivato al massimo in serie C2, ma molti sono concordi che avresti meritato palcoscenici superiori. Ti è mancata la grande ribalta?

Dé, mi è mancata si, eh! Tornassi indietro, guarda… Me la sfrutterei in maniera migliore la chance che ho avuto! Col senno di poi è facile parlare, ma penso che ognuno abbia quello che si merita e io ho avuto quello che evidentemente ho meritato. Potevo avere un po’ più di fortuna, questo sì, ma ci ho messo tanto del mio. Nel calcio ci vuole anche una certa dose di fortuna e di voglia, soprattutto negli anni in cui ho giocato io erano necessari questi fattori. Forse ora è più facile, anche perché oggi mi sembra che il tasso tecnico si sia abbassato molto rispetto ad allora. A me sono mancate un po’ di fortuna e un po’ di voglia, ma va bene così, mi accontento.

– Sei rimasto legato a Grosseto non soltanto per ragioni sportive, ma anche familiari.

E’ proprio così! Alla città sono legato per molte ragioni non soltanto sportive. Sono sposato con una maremmana e ogni tanto vengo ancora a Grosseto dai suoi parenti.

– Segui ancora i torelli?

Certo! Ogni Domenica guardo sempre i risultati del Livorno e del Grosseto prima di guardare cosa ha fatto la Juventus. Anzi, ho fatto caso che attualmente la squadra è allenata da Mister Silva, il tecnico che allenava la Ternana in quel 1995 in cui venne ripescata al posto del Grosseto. Ovviamente l’allenatore non ha colpe, ma è curioso questo piccolo dato statistico. Le colpe di quello che accadde in quell’Estate, con l’esclusione del Grosseto dalla serie C2, sono di altri personaggi…

– Siamo giunti alla conclusione di questa intervista, vuoi salutare i tifosi grossetani?

Li saluto molto volentieri. Coi tifosi del Grosseto ho un legame speciale, il Grifone è sempre nel mio cuore perché sono stato Quattro anni in Maremma e sono state stagioni importanti per me. Ho vissuto in questa città dei bei momenti ed anche qualche momento meno piacevole, ma anche quelli fanno parte dello sport e della vita. Ho vissuto tutto con intensità, a partire dalle Due promozioni che ho ottenuto con questa maglia. Mi ricordo la prima partita nel 1994: c’erano 250 persone. Di settimana in settimana lo stadio andò riempiendosi e diventammo un fenomeno che coinvolse tutta la città grazie alle prestazioni di quella squadra di cui facevo parte. Ci furono anche momenti negativi con qualche contestazione quando andai via, ma queste cose sono da mettere nel conto e fanno parte del gioco. Grosseto è sempre nel mio cuore.

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Stefano ferri nel 94\95 era il fiore all’occhiello di quella bellissima squadra. Nel 97/98 e’ stato l’esempio di come un uomo solo puo’ spostare gli equilibri. Arrivato a novembre 97 dalla sanremese con la squadra a meta’ classifica debutto’ contro il forte dei marmi siglando una doppietta trascinandoil Grosseto al secondo posto. Nei play-off in semifinale contro il san Quirico d’Orcia sotto di due gol mise a segno una tripletta ribaltando il risultato. In finale contro il renato curi di Pescara con una doppietta trascino’ i torelli alla vittoria ed al ritorno in serie D. Infine una curiosità quel giorno nelle file degli ospiti con il n.9 giocava un certo Fabio grosso (futuro campione del mondo) ma il nostro n. 9 Stefano ferri fece decisamente meglio……

Forse non sai che durante un allenamento, un compagno di Stefano Ferri e’ stato preso in pieno da un fulmine, non so se questo suo compagno c’è rimasto secco. Sarà anche per quello che ha paura di volare, però lo fa Berkamp ex Inter ed è un fico, lo ha fatto lui è giù critiche,

a parte il fatto che non sono interista e che bergkamp mi rimane altamente sui coglioni ( paura o meno di volare) IO ho giudicato in 2 fasi il tizio in esame: mi dispiace la storia del fulmine (forse quando successe a pietrasanta ove purtroppo x questa causa mori’ il portiere della squadra, di sicuro una tragedia ed una fatalita’ allo stesso tempo) ma disertare una trasferta in aereo x paura dei fulmini che possano abbattersi su di un aereo e’ un po troppo eccessivo ( anche se gli aerei sono protetti da eventi simili) manco si scatenassero tempeste di ogni genere e tipo qualora egli dovesse prendere un volo…………….
potrei dirti delle volte che costui faceva tanto “il bono” in giro x grosseto rifiutando ogni genere di conversazione con fare alquanto sufficiente, oppure vantarsi oltremodo di aver vinto DA SOLO uno spareggio (testuali sue parole: e’ proprio vero che vedermi gioca’ vale la pena di paga’ il biglietto….deh)
x poi l’anno successivo sparire e fallire gol a porta vuota (vedi il match contro il selargius………) e l’anno0 dopo ancora andarsene e sbattere la porta………..
episodi questi che ti fanno dimenticare il buono ed emerga invece una parte piuttosto scorbutica di questo signore qua……………
mi dispiace essere in controtendenza, ma IO NON AMERO’ MAI IL SIG. FERRI…………..

io mi sono innamorato del grifo vedendolo giocare! che giocatore <3

qui, a mio avviso, bisogna scindere il giudizio in 2 fasi:
– dal punto di vista tecnico, non finiremo mai di ringraziare stefano x la vittoria di quel maledetto campionato 94-95, x le sue giocate ed i colpi di genio, ed aver letteralmente preso x mano la squadra nella stagione 97-98 vincendo DA SOLO lo spareggio finale
– dal punto di vista umano avrei tante cose da dire sulla sua strafottenza ed indisponenza o x le occasioni che si faceva buttare fuori “a bischero” lasciando la squadra in difficolta’ o disertando diverse volte le trasferte in sardegna x motivi disparati ecc ecc ecc.
Sicuramente avrebbe meritato piu’ fortuna ma io penso che avesse avuto un altro carattere la serie A non gliela avrebbe tolta nessuno.
Il modo, infine, con cui se n’e’ andato ( nell’ultima stagione e mezzo aveva praticamente smesso di giocare ed impegnarsi) piuttosto frettolosamente fa si che io personalmente non abbia un bel ricordo di lui; lo rispetto come persona, ripeto di essere riconoscente x le annate di cui sopra, ma l’amarezza con cui un elemento simile ci abbia trascurato e’ ancora viva e sinceramente mi aspettavo, da parte sua, un tantino piu’ di rispetto verso i tifosi e la societa’

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