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Aiutiamo tutti una persona che da domenica sarà nuovamente senza un tetto dove dormire

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ORBETELLO – “Se entro domenica mattina , 11 Ottobre, nulla sarà cambiato, sarò nuovamente senza un tetto e andrò a manifestare civilmente tutta la mia rabbia, il mio sdegno, la paura di non farcela fisicamente anche perchè sono malato, di fronte al palazzo comunale di Orbetello”.
Non un j’accuse nei confronti di nessuno. Solo la ricerca di attenzione. Che qualcuno si occupi di lui. A lanciare questo grido di aiuto A. C. classe 1971, originario dell’Argentario, ma la sua ultima residenza è indicata ad Orbetello. La sua una vita piena di problematiche che si sono acuite nell’ultimo anno.

Sia chiaro un ottima persona , nessun problema con la giustizia, la colpa, unica, drammatica per certi versi è quella di non farcela , di essere uno di quelli che per tanti motivi non riescono ad andare avanti.
Poi se, intervengono anche problemi di natura fisica, il patatrac è fatto. Ebbene, senza andare troppo a ritroso, A. da quasi otto mesi dorme in macchina, il parcheggio del Campone a Porto Santo Stefano piuttosto che qualche spazio sulla Giannella , la strada che da Orbetello porta verso Porto S. Stefano , è diventato il suo habitat naturale.

Cosa questa di per se già abbastanza vergognosa nel 2020, ma quello che cambia tutto ed in modo drammatico è che A. per l’insorgere di una malattia che in gergo medico da certificazione si chiama “Sindrome delle apnee notturne a pressione positiva “, ha bisogno di un macchinario , un ventilatore a pressione positiva. Una attrezzatura che per funzionare prevede l’inserimento di una spina in una presa di corrente e deve rimanere acceso per non perdere la memoria. Tutto quasi normale se non fosse che A., appunto, una casa non ce l’ha e non può certo inserire la spina nella sua macchina che non è una limousine. Quindi A., non solo si trova senza casa, ma pur volendo ritornare a “ villeggiare” in macchina , pur volendo fermarsi in Giannella con lo sfondo del mare dell’Argentario , e un tramonto da sballo, rischia seriamente la pelle.

Nell’ultimo periodo , alcuni parroci come Don Adorno, Don Gino e Don Antonio, la Caritas hanno preso a cuore la sua situazione. Per qualche tempo a loro spese A. è stato presso un hotel lagunare , ora però , una situazione va trovata e in maniera definitiva , perchè le esigenze sono altre. E qui devono scendere in campo i servizi sociali, il comune, le istituzioni preposte.

Domenica mattina , domattina , A. uscirà da quell’hotel e si ritroverà in mezzo ad una strada. Poi, si recherà davanti al Comune lagunare, per inscenare una protesta , portare a conoscenza di tutti la sua situazione.
Anche perchè , qualcuno dovrà prendersi in carico questa situazione, da quel momento in poi A. sarà infatti, allo sbando, a rischio della propria vita. Il suo grido di allarme ci auguriamo tutti che venga recepito, ma non domani. Ieri. Perchè se ad A. accadrà qualcosa, tutti , nessuno escluso, dovrà sentirsi responsabile. Una società civile non può rimanere inerme di fronte a queste tragedie umane. Questa , una sua ricostruzione dei fatti. Noi naturalmente siamo qui a recepire , eventualmente, precisazioni o interventi diversi. Quello che a prescindere da tutto , però auspichiamo è che , comunque qualcosa va fatta. Il diritto alla casa e alla salute è sancito dalla nostra costituzione. Qui non c’è ne destra o sinistra che tenga, non fazioni politiche. In ballo c’è la vita e la dignità delle persone.

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