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Calcio

Pannini: “Di quel giorno a Staggia ricordo tutto”

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A partire dal 1983 il Grosseto cerca di risalire tra i professionisti, ma si ritrova a vivere alcune stagioni in una sorta di ascensore tra l’Interregionale e la Promozione. L’Eccellenza sarebbe arrivata soltanto nel 1992-93 ed il Grifone non si sarebbe fatto mancare nemmeno quella categoria nella sua rincorsa verso il ritorno in C2 avvenuto nell’era Camilli. Di quegli anni si ricordano ancora retrocessioni clamorose come nel 1983-84 e nel 1986-87, ma vengono vissuti anche momenti esaltanti come lo spareggio di Livorno contro la Sestese nel 1989. Ripecorriamo quelle annate con uno dei protagonisti, Stefano Pannini (1959).

– Hai giocato a Grosseto nel 1983-84 e ancora dal 1986 al 1992 per un totale di 146 presenze in campionato. Come avvenne il tuo passaggio all’Unione Sportiva? Cosa ti spinse a tornare in biancorossso?

A Grosseto mi portò Luciano Moggi ed accettai, nonostante avessi altre richieste da categorie superiori, perché la piazza era ambita. La squadra era appena retrocessa dai professionisti ed il programma ambizioso. Cosa mi spinse a tornare? La risposta è semplice: la Maremma ti rimane nel cuore!

– Nella tua prima esperienza vivesti una retrocessione forse inattesa dall’Interregionale alla Promozione.

A dire la verità, quella squadra era stata costruita per stravincere il campionato. L’allenatore Antonio Trebiciani nel suo curriculum poteva vantare qualche giornata vissuta sulla panchina della Roma. Non funzionarono alcune cose: sicuramente la mentalità e troppi giocatori scesi di categoria che non si adattarono alla nuova realtà. Fu così che, a fine stagione retrocedemmo.

– La stagione 1986-87 viene ancora ricordata dai tifosi per uno degli episodi più controversi che hanno segnato la storia del Grosseto. Il 3 Maggio, all’ultima giornata, la partita contro l’Elettrocarbonium disputata in quel di Staggia Senese condannò i biancorossi.

Di quel giorno, purtroppo, ricordo tutto. In un certo senso, quella partita segnò il destino del Grosseto per diversi anni a venire.

– Uno dei ricordi più belli con la maglia unionista è legato allo spareggio dell’8 Giugno 1989 allo Stadio Ardenza di Livorno contro la Sestese che, grazie ad una tua rete, proiettò il Grifone in Interregionale.

Dello spareggio contro la Sestese ricordo che c’era molta attesa da parte della città, che rispose meravigliosamente arrivando a Livorno in massa. Subito dopo la partita non tornai con la squadra, ma andai a casa a San Miniato e non ricordo come festeggiai.

– Quali pensi siano stati i compagni di squadra più forti che hai avuto in Maremma?

Direi che siano stati Carletto Borghi, Roberto Balestrelli ed Adriano Meacci, il quale era ancora molto giovane quando giocavamo insieme ma faceva già vedere le qualità che sono esplose successivamente.

– Hai qualche rimpianto?

I rimpianti non fanno parte del mio carattere e poi se la mia carriera fosse stata diversa magari ora sarei più ricco ma non avrei conosciuto mia moglie, non avrei la mia splendida figlia e non vivrei in un posto così meraviglioso.

– Nel corso degli anni hai continuato a frequentare lo stadio Zecchini in maniera assidua. Cosa rappresenta per te il Grosseto?

Il Grosseto sul piano sportivo rappresenta la città e, quindi, per me rappresenta molto. Mi fa piacere,inoltre, che i tifosi si ricordino ancora di me soprattutto se si pensa che sono passati 25 anni da quando giocavo. Forse ho fatto il mio dovere con impegno e con il cuore: queste sono cose che da un maremmano vengono apprezzate.

– Cosa ne pensi del momento attuale della squadra? Hai un messaggio da inviare ai tifosi unionisti?

Sinceramente, penso che questo momento non mi piace perché è una situazione anomala da risolvere il prima possibile. Ai supporters dico che devono convincere la proprietà a comprare immediatamente un bomber per il momento immediato tra gli svincolati e, se ciò non bastasse, intervenire anche nella sessione di mercato del mese di Gennaio.

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